Viaggio di lavoro (e di piacere)

Rapporto di viaggio: l’ho trovata! A Saluzzo, nei lembi meridionali del Piemonte, ho trovato la discendente della balia di mio padre. La nipote; perché la figlia, ottantenne, non è più in grado di muoversi. E’ venuta con il figlio Davide a cercarmi nelle manifestazioni ufficiali in Comune, un Comune austero ed elegantissimo che in certi tratti sembra una pinacoteca, requisito da Napoleone ai gesuiti. Mi ha portato una scatola dei cioccolatini “che regalavamo sempre a lui”, ha partecipato all’incontro e se ne è andata. Ci ho sperato, perché non avrei saputo come trovarla, e sono stato esaudito.

Incontro poi a Cuneo al palazzo Lanfranchi. C’era Laura Caselli, con il grande ispettore di polizia Antonio Ciaramella, e un po’ di giudici ragazzini e cancellieri ragazzini, e un po’ di ragazzini semplici. Ma anche adulti di quelli che non si chiedono mai se ne valga la pena: fanno e basta. Cuneo è stupenda, proprio come la racconta Giorgio Bocca nelle “Mie montagne”, con portici bassi, ampi e maestosi che vanno avanti per chilometri. A maggio arriveranno gli alpini da tutta Italia e sarà uno spettacolo meraviglioso.

La sera a Pinerolo. Ho ritrovato il mio mito, Elvio Fassone, il grande e saggio magistrato fatto fuori dalle liste elettorali senza troppi pensieri. Così come Giorgio Gardiol, il mio compagno di stanza a Montecitorio dal ’96 al 2001, verde doc e lavoratore indefesso, anche lui lasciato fuori, che ci volete fare… E infine la moglie di un magistrato che mi ha fatto firmare una copia di un libro. Mi ha raccontato che in una lontana festa di “Cuore” avevo firmato una copia al marito scrivendogli, per augurio, “al futuro magistrato”. Oggi è il procuratore capo di Pinerolo. Visto che bello girare e girare, conoscere, parlare, prendere appunti e lavorare con i fogli e i pensieri che si muovono su e giù per l’Italia? Vengono più idee e tutto sembra più sensato. Così nel viaggio ho arginato (al telefono)  con ancora più convinzione un po’ di agitazioni clientelari.

A proposito: il poliziotto il cui figlio è coinvolto negli scontri di Catania si è disperato e se ne è andato in ferie. Il padre del probabile assassino (vedi intercettazioni ambientali) ha gridato che suo figlio è un capro espiatorio. E il figlio stesso, che prima assicurava che mai avrebbero potuto mandarlo al carcere minorile, ora invoca la mamma. Questo è il paese…Urge cambiarlo. Come sempre…

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