La festa di San Valentino. Secondo me

E’ San Valentino e le giornate si allungano visibilmente. Che sia il giorno di san Valentino non vuol dire niente, ma la gente ci crede e gli dà un valore, anche minimo (e io pure). Che le giornate si allunghino, invece, vuol dire molto, soprattutto se il cielo si dibatte tra l’azzurro e il rosa per quaranta-cinquanta minuti. A me cambiano letteralmente i bioritmi. Avrò da qualche parte la sindrome del letargo, ma quando c’è bel tempo mi esalto. Pensate dunque che oggi a Roma abbia il sole? No, non ce l’ho, però l’ho goduto ieri tornando dalla Toscana. Due giorni intensi per trovare una nuova sede per l’Accademia di Firenze, per fare visita all’educandato delle fanciulle del Poggio Imperiale (magnifica resa delle Ribelli in frammenti di tragedia greca da parte di allieve e insegnanti), per andare al Conservatorio, lanciare un corso di design della moda in partnership (così si dice) con Ferragamo, e poi andare a Fiesole e Prato. Una infinità di incontri. Ma i ragazzini che suonavano alla scuola di musica di Fiesole, l’undicenne con gli occhi concentrati sullo spartito e il volto sul violino come se quella fosse la prova della vita, e le mamme estasiate, e il nonno in brodo di giuggiole, e i quartetti autocostituiti tra amici che vengono da ogni parte del mondo, e la ragazza che mi dice “mi raccomando il conservatorio di Palermo, magari lì ci fosse un terzo di quello che c’è qui”, be’ tutto questo mi ha entusiasmato. Talenti e ricchezze da vendere. Provate a rientrare a Roma in questo stato d’animo mentre febbraio ti dice dall’autostrada che i giorni ritornano più lunghi, e vedete voi se non siete contenti e non pensate pure che domani è san Valentino…

E non basta. Perché provate poi a pensare che quando rientrate in ufficio al Ministero trovate finalmente la firma del ministro sotto il decreto che istituisce il comitato per la promozione dell’etica professionale nelle nostre università; il comitato in cui credete e che avete voluto, perché non si può pensare di diventare e di fare i medici o gli avvocati, i consulenti fiscali o i giornalisti, gli architetti o i dirigenti pubblici, senza avere un’etica della propria professione, che gli ordini -i famosi ordini professionali- non hanno mai garantito e nemmeno apprezzato. E capirete perché sono contento, perché i giorni che si allungano fanno tutt’uno con l’idea che lavorare è bello, almeno qui, certo, mica in miniera o in fonderia. Oggi poi abbiamo fatto una riunione con Giovanna Melandri per varare dei progetti di ostelli per la gioventù. Nuovi ostelli che valgano sia per ospitare i giovani turisti sia anche per ospitare (perché la flessibilità nella vita c’è) i giovani universitari che non vogliano avere una stanza per tutta la settimana, ma cerchino un letto per un giorno o due, a seconda delle lezioni che intendono seguire. E dunque mi sembra di dare un senso a tutto, anche se il dibattito sul partito democratico non mi entusiasma, né nel sì (che sostengo e molto) né nel no. A tutti un caldo augurio. Che i giorni più lunghi e i bioritmi primaverili vi sorridano. 

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