Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Operazione anti-noia. Avviso ai naviganti
Ma, come si intuisce aprendolo, non ho inteso fare un sito composto da comunicati ufficiali, da discorsi parlamentari, da racconti in stile Settimana Incom (adulti godete…). Ho inteso invece fare un blog, ossia un diario personale, scritto direttamente da me e aperto alle annotazioni degli amici vecchi e nuovi. Annotazioni anche critiche, pungenti, come per esempio quelle di Andfaedo che nel cuor mi sta. Ma con due limiti, proprio per non farlo scadere a sfiatatoio. Primo: nessuna concessione alla volgarità dei modi. E su questo, quando è stato necessario, ho fatto il mio piccolo show di protesta, ottenendo (grazie!) piena disponibilità, indice di pregevole fair play collettivo. Secondo limite: nessun uso del blog per stantie polemiche politiche o legate (da maggio) al mio lavoro ministeriale. Qui non c’è campo per le diatribe (spesso mortalmente noiose) delle sezioni di partito. E nemmeno per quelle (altrettanto noiose) del sindacalismo da truppe cammellate. Se no va a finire come per il post su Verona. Provate a rivederne i commenti e ditemi se si tiene in piedi un blog così. Scappano anche i rinoceronti. Inutilmente ho chiesto misura. Perciò quando ho visto che anche il post su Bologna e Aosta (con la storia di Isoke!) veniva ridotto a pretesto per piazzarci l’ennesima solfa sindacale ho deciso di passare la palla al gruppo dei miei giovani collaboratori.
Aria, per favore. Non è assenza di democrazia. E’ che la democrazia prevede (oltre che di fare parlare gli studenti alle inaugurazioni degli anni accademici) che ognuno possa avere voce. E che dunque ognuno possa fare quello che faccio io. Ossia un suo blog. In altre parole: chi ha voglia di farsi sentire ed è convinto di dire cose interessanti se ne faccia uno anche lui. E se qualcuno penserà di chiuderglielo, io sarò in prima fila a difendere la sua libertà. Ma non si appiccichi sul mio per ridurlo a minestra inacidita. Oh, l’ho detto. Ora mi sento più leggero. Buon limoncello. O buon amaro lucano.
P.S.N. (ossia: post scriptum noioso) Visto che l’intervento-goccia-che-ha-fatto-traboccare-il-vaso malignava che con il mio elogio della assenza di “velleità” nel pareggiato musicale di Aosta volessi colpire l’aspirazione dei conservatori ad appartenere all’area universitaria, preciso quanto segue: nossignori, mi riferivo alla smania diffusissima di fare lauree magistrali e master in allegria, senza valutarne né la qualità né gli sbocchi possibili per gli studenti. Vedi a riprova (nello stesso post) l’elogio del professor Tundo (università di Bologna, non conservatorio) per non avere chiamato “master” il suo pregevolissimo corso di alta formazione. Uffa, che pizza doversi spremere per queste cose: l’avete capito ora perché ho dovuto chiedere l’intervento dei vigili?
Nando
Next ArticleDa Milazzo a Trento: Orioles uber alles