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Tano Grasso. Se Amato va a Gela
Mezz’ora fa, a mezzogiorno, ho sentito Tano Grasso. Volevo invitarlo alla facoltà di giurisprudenza di Palermo martedì mattina prossimo, quando presenteremo ufficialmente (non vedevo l’ora…) il progetto “Ethicamente”. Non può venire, ha la presentazione di un libro a Roma. Mi ha consigliato di invitare i giovani di “Addio pizzo”. Cosa che faremo di corsa. Ma non è questa la notizia. La notizia che lo teneva ancora oggi di buon umore, sollevato a un passo da terra, è che ieri a Gela c’è stata una grande manifestazione contro la mafia, il racket e l’usura. Mi ha detto che la manifestazione è riuscita benissimo, che ormai a Gela le denunce stanno salendo, che il panorama è completamente cambiato rispetto a quello immobile e impaurito del ’93. Ma soprattutto mi ha raccontato che alla manifestazione c’è andato Giuliano Amato, con tutto lo stato maggiore del ministero dell’Interno. E che ha fatto un discorso nettissimo, impegnativo, come da quelle parti raramente se ne sentono. E che tutti si sono sentiti incoraggiati. Una grande giornata, insomma. Purtroppo (non è per ripetermi) se ne è accorta solo la stampa locale. Noi, invece di sapere che il ministro dell’Interno va a Gela e lancia l’offensiva contro il racket, sappiamo che forse Lele Mora e Mastella hanno cenato insieme, o che un nostro ministro “che preferisce rimanere anonimo” (e te pareva) forse sa i retroscena della telefonata di D’Alema e Condy. Sempre più mi convinco che per fare sapere si debba girare di persona, se no nisba, è come se tu non facessi niente. Anche per questo ieri sono tornato a Napoli. Per riprendere operativamente in mano il progetto del distretto delle arti e della musica intorno a piazza Bellini. Lo ricordo per chi non lo sapesse: conservatorio, accademia, università, librerie, botteghe, caffè, piazze, chiese, galleria principe Umberto. Un’area nuova, là dove ora, la sera, si rapina a man bassa; per valorizzare -in una concentrazione formidabile di opportunità- i giovani e meno giovani talenti napoletani e far nascere intorno a loro una nuova vita sociale, non solo di quartiere.
Sempre ieri a Napoli Linda D’Ancona, magistrata di Magistratura democratica, donna coraggiosa e impegnata da sempre nella sua professione, ha annunciato la nascita di una nuova rivista, “Giudice a sud”. La dirigerà Edmondo Bruti Liberati. Servirà anche (e meritoriamente) a fare quello che nessuno fa: pubblicare le sentenze scandalose sui poteri criminali o corrotti, quelle, per intendersi, che dicono che la mafia è una “mentalità”. Così ognuno vedrà e potrà sapere. Personalmente trovo giusto-giustissimo che chi scrive quelle scempiaggini per compiacere qualche potente o per semplice viltà veda immortalato il suo nome in calce ai prodotti del proprio ingegno. Da Napoli, città amata, sono tornato stamattina.
Il suo aeroporto è, nel controllo dei passeggeri, il più lungo ed estenuante del mondo, e mi stupisce che nessuno in questi anni abbia cercato di metterci un rimedio. Mi stupisce ancor più che non ci siano cartelli (che evidentemente lì bisogna mettere) che invitino a togliersi cinture e orologi e aggeggi vari e che è inutile fare la gara con i metal detector a chi è più furbo. E forse occorrerebbe pure piazzare in una posizione strategica un bel “si prega di fare la fila”. In venti minuti me ne sono passati davanti quattro. Quando si dice la forza delle tradizioni…
Nando
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