Adelante. Una manciata di don Chisciotte

E vai col don Chisciotte (vedi il commento all’ultimo post)! La giornata di oggi è stata dedicata in gran parte allo stesso tema e alla stessa impresa che mi ha impegnato ieri: fare giocare dall’università il ruolo più incisivo possibile nella affermazione di una nuova cultura civile. Due riunioni operative, dunque. La prima al ministero dell’Interno, con il sottosegretario Rosato e con il prefetto Lauro, che coordina per il governo le iniziative antiracket e antiusura. E’ stato varato un piano per il 2007-2008, nel cui ambito dare il via a corsi di studio universitari su racket e usura e su tutta la relativa legislazione. Per creare grandi occasioni di incontro, testimonianza, presentazione di proposte di legge. Per indurre nuova coscienza specie nelle facoltà di economia e di legge, ma anche per creare un clima in cui le grandi associazioni di interesse economico trovino sempre più imbarazzante e insopportabile stare alla finestra, e siano anzi costrette a entrare nella mischia, a “sporcarsi le mani” nel modo più nobile (carina questa: sporcarsi le mani per averle pulite…).

La seconda riunione è stata alla commissione Antimafia con il suo presidente, Francesco Forgione. Al di là delle polemiche che abbiamo avuto, Forgione sta facendo cose interessanti. Interessanti e giuste. Una proposta di legge per dare alle vittime della mafia la stessa tutela delle vittime del terrorismo. Una proposta di legge più severa per lo scioglimento dei consigli comunali in odor di mafia, con la possibilità (sacrosanta!) di “commissariare”, oltre ai consigli, le strutture e le funzioni tecniche. E un codice di autoregolamentazione anche per i candidati alle elezioni amministrative. Secondo me, in verità, bisognerebbe insistere anche sulle candidature al parlamento. Siamo rimasti d’accordo che su questo prenderemo una prima iniziativa in sede scientifica per vedere se è poi vero che vi sarebbero problemi costituzionali (a me non pare proprio). In ogni caso l’obiettivo fissato è di dar corso ai tanti protocolli di intesa tra università e commissioni antimafia firmati nella scorsa legislatura e che sono rimasti lettera morta. Quattro seminari di grande livello su materie diverse (dal codice unico della legislazione antimafia alle nuove tipologie di reato), con attenzione all’economia e alle responsabilità professionali che contribuiscono al suo inquinamento. Più precisamente: richiamando i doveri e le funzioni proprie del sistema bancario. Oggi, giusto in commissione antimafia, il prefetto di Palermo ha denunciato senza peli sulla lingua le connivenze delle banche, la riluttanza dei dirigenti di banca a segnalare i movimenti sospetti. A maggior ragione bisogna andare avanti: una bella rete "a stringere" tra Interno, Antimafia e Università. Non so se qui si tratti di essere don Chisciotte, ma vedo che a esserlo siamo in più di uno. E questo mi conforta. Adelante.

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