Telegramma forbidden. Così parlò il Tesoro

Notizia notiziona (ma sì, un’altra). Il ministero del Tesoro ha proibito i telegrammi di Stato. Basta con le spese superflue. Non so se valga per tutti i ministeri. Certo mi piacerebbe sapere se per qualche ministro o sottosegretario sia rimasta, e perché, la potestà di inviare il fatidico “telegramma di Stato”; ovvero la comunicazione ufficiale per antonomasia, che ha fatto la fortuna di interi generi letterari, da quello delle felicitazioni a quello del cordoglio, a quello del dispaccio bellico, sublimato nel fatale “firmato Cadorna” (a cui qualche sventurato bimbo dovette quasi un secolo fa l’inopinato nome di Firmato). Quando vedo queste restrizioni drastiche, chissà perché, penso che per molti non varranno. Fatto sta che io, che non faccio del telegramma uso né straripante né regolare, ho scoperto il nuovo taglio di spese quando ho pensato di inviarne uno a Filippo Andreatta per la morte del padre Nino. Che il ministero dell’università dovesse farlo davanti alla scomparsa di tanto economista, mi era sembrato ovvio. Nisba, ho dovuto provvedere in proprio presso un ufficio postale esterno. La direttiva è di usare senza indugi la posta elettronica. Non sarete mica così cavernicoli da non saperla usare, no? D’accordo, siamo moderni anche noi, ma come fai a fare le condoglianze con la posta elettronica? E che solennità ha? Ma dite, ce lo vedete un ministero che fa le condoglianze con il tiscalinet.it? Dite che così si è indotti a scrivere un biglietto con la firma? E’ vero, può essere perfino meglio del telegramma, certo è più caldo e personale. Ma ha l’inconveniente che potrebbe arrivare perfino tre o sei giorni dopo, provare per credere.

In ogni caso, che nessuno venga più a lamentarsi del taglio dei cosiddetti consumi intermedi. Né rettori né altri. Perché qui il taglio, come ho già detto altre volte, non colpisce gli sprechi ma le normali e risicate spese ministeriali. E aggiungo che se fossi convinto che tocca a tutti, lo vedrei anche bene (quanti consulenti che vedo in giro, quante persone prese dall’esterno finiscono in uffici parlamentari). Sarebbe allora un bel segno di sobrietà per tutti. Ma convinto non sono. Di più: continuo caparbiamente a sperare che stessa draconiana logica valga anche quando si fanno le autostrade o le gallerie per l’alta velocità. Se no che gusto c’è? Anyway, sia fatta la volontà del Tesoro e respingiamo la tentazione del lamento. Anche perché, se ricordo bene, oggi dev’essere il quarantatreesimo anniversario di una grande vittoria dell’Inter in campionato. Contro il Bologna. Me la godetti dal circolo ufficiali di Torino mentre corteggiavo una incolpevole coetanea. Erano i tempi di Jair e Suarez. E al Tesoro c’era Emilio Colombo.

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