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Fabio ripensaci
Lo dico o non lo dico? Ma sì, lo dico. A me questa storia di Mussi che non ci sta a fare il partito democratico proprio non mi va giù. So che non dovrei mescolare il rapporto ministeriale con il rapporto politico, ma insomma arriva il momento in cui devi farlo. Io Mussi l’ho visto partecipare al governo di questo paese. E testimonio che l’uomo non ha nulla di quella che viene chiamata la sinistra radicale o ideologica. Ragiona unendo il pragmatismo con i buoni princìpi. Ha sbaraccato le peggiori usanze che si stavano impadronendo del mondo universitario (proliferazione delle sedi, università telematiche, ecc). Ha fatto le nomine rifuggendo dalle logiche dell’appartenenza partitica. Non ha fatto favori indebiti agli amici di fede. Ha pensato soprattutto alla serietà, al merito, alla fatica anche (da figlio di operaio che ha dovuto studiare senza che nessuno gli regalasse nulla). Nessuna debolezza per sei o diciotto politici, per gli assistenzialismi di cui si è nutrita la nostra sinistra con poche attitudini al governo. Ha pensato ai diritti giusti, quelli dei più deboli soprattutto. Ha dato soldi alle università private di prestigio, senza fare le guerre inutili sul pubblico-privato. Certo, ha appoggiato la ricerca sulle staminali in sede europea, ma questo lo avrebbe fatto anche un laico come Veronesi. E allora? Perché non può stare nel partito democratico, santo cielo? Gliel’ho chiesto. Lui teme che ne venga fuori un polpettone indigeribile, un po’ di affarismo e un bel po’ di nomenklatura, con qualche compagnia davvero indesiderabile al sud. Embe’, non lo temo anch’io? Ma ‘sto partito può diventare anche un’altra cosa, o no? L’importante è che ci entrino tanti ma tanti cittadini che facciano -con i loro numeri- impallidire i pacchetti di tessere. L’importante è approntare i filtri contro le tessere false (e giuro che io so come fare, mi facciano responsabile dell’organizzazione e lo dimostro). Ah, un partito democratico vero, che meraviglia… Perché anche un partito socialista, e Fabio non può non saperlo, è tranquillamente in grado di rivelarsi alla fine un po’ di affarismo e un bel po’ di nomenklatura, con qualche compagnia indesiderabile al sud (non abbiamo forse visto quel terrificante documentario Rai sulla politica calabrese?). Come dissero i compari di don Tano Badalamenti al padre di Peppino Impastato, riferendosi a quel ragazzo testa calda con le bandiere rosse? "Faccia pure il comunista, ma non faccia l’antimafioso". Peppino quel consiglio non lo seguì. Ma conosco tanti che l’hanno seguito. E, viceversa, conosco altri che hanno fatto gli antimafiosi senza "fare" i comunisti. Insomma, questo rifiuto del partito democratico fondato sulla questione morale o sulla nobiltà della politica lo capisco solo in parte. Visto che non sono poi così don Chisciotte? Dalla politica non mi aspetto mai la luna, in nessuna landa del pianeta. E però penso che anche dalla politica più classica qualcosa di buono lo si possa sempre spremere. Dai, Fabio, ripensaci. Se ci ho ripensato io sui filtri del mio Blog…
Nando
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