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Qui periferia. I soliti noti
Cinque minuti fa ho sentito Antonio Josa (vedi il post precedente). Gli ho detto che avevo messo la sua testimonianza sul mio Blog. Mi ha ringraziato e mi ha ripetuto perché ha voluto scriverla ("ormai con l’età le gambe non mi reggono più, non posso più andare ai convegni la sera; e come faccio a non pensarci a quella sera di trent’anni fa?"). E mi ha chiesto di aiutare il suo circolo di periferia, lo storico "Perini". Non ci vuole andare più nessuno, mi ha spiegato, a fare i dibattiti. Una volta si muovevano anche i sindaci e i ministri. Ora vanno solo in tivù, o nelle librerie del centro, o dove ci sono i giornalisti. La periferia sta diventando un deserto, ha aggiunto, proprio grazie a questo vizio delle personalità della sinistra di cercare solo la grande visibilità. Trovo tutto questo vero e assurdo al tempo stesso. Quando si dice il radicamento, bisognerebbe riflettere anche su ciò che dice Josa. Ma c’è qualcosa che non mi ha convinto, qualcosa che mi ha fatto scattare una molla in più, e Josa mi perdonerà se lo racconto. Quando gli ho promesso di aiutarlo a organizzare qualche dibattito di buon livello al Perini, mi ha chiesto di portargli Rosy Bindi. E allora io gli ho replicato: "Accidenti Antonio, ma punti subito a un ministro? Incomincia a far muovere i milanesi..". Ma lui ha obiettato che le manifestazioni ormai costano tanto (ha ragione) e dunque non vale la pena di farle se si sa che c’è poco pubblico. E che il pubblico c’è se arrivano i personaggi noti. Ossia quelli della televisione, aggiungo io. Sicché, aggiungo sempre io, il gatto si morde la coda. La gente è nota perché va in tivù, ma se va in tivù (visto che invitano sempre gli stessi venti ovunque) non va in periferia. Perché non ci diamo una mossa d’intelletto e di orgoglio tutti quanti? Politici e organizzatori e cittadini. E intanto se qualcuno legge questo Blog ed è disposto a farsi una sera a Quarto Oggiaro, faccia un fischio. Se ha una notorietà anche media, giuro che lo raccomando…
Nando
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