Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Sme, Cogne e l’altra Italia: cronache consolatrici
E io che post dovrei mai scrivere oggi? Dovrei parlare dell’assoluzione di Berlusconi e del suo emozionarsi al momento in cui ha ricevuto la notizia-viagra da Ghedini e Pecorella? Dovrei parlare del potere economico e della giustizia? O degli anni che ci hanno fatto perdere in parlamento a fare leggi-schifezza perchè a Milano, covo delle toghe rosse, nessun giudice avrebbe mai equamente assolto Berlusconi? Ma no, ci sono i giudici che prescrivono o che assolvono a Milano, altroché se ci sono. E non parlerò di Cogne, su cui in questo momento stanno ampollosamente blaterando illustri ospiti televisivi. Parlerò del progetto di Milano supercapitale dell’alta formazione artistica e musicale, su cui ieri ci siamo incontrati all’accademia di Brera, con risultati che mi sono piaciuti assai. Questa è la differenza fra stare al governo e stare in parlamento. Che non puoi firmare le interrogazioni, non puoi fare i discorsi che vanno ai posteri, non puoi fare le spettacolari tenzoni; ma puoi fare cose concrete, puoi costruire, puoi cambiare il pezzettino di paese che ti viene affidato. E magari in questi incontri ritrovi, fra tanti artisti, pure Borrelli…
E poi dirò di Correggio, splendida e colta cittadina vicino a Reggio Emilia, dove si mettono a posto i teatri e i palazzi rinascimentali con i soli soldi del comune. Dove non ci si indebita. E dove non ci si lamenta. Dove la biblioteca comunale è aperta tutto il giorno. E dove c’è una libreria con un libraio di quelli in estinzione. Uno che conosce i libri che escono oggi e quelli usciti nell’ottocento; di quelli, per capirsi, che quando gli chiedono Petrarca non va a vedere se l’autore è in catalogo. Ci sono stato ieri sera a Correggio, e sono rimasto colpito anche dalla qualità dei suoi amministratori. Nessuna aria banale o maneggiona o da obbedienza cieca di partito. Averne…Fra l’altro, illustrandomi la festa del prossimo 1° maggio (cappelletti a volontà), mi hanno raccontato un fatto che secondo me dovrebbe stare di diritto nei trattati di storia del fascismo. Ossia che a Correggio la giornata del 1° maggio veniva ugualmente celebrata come festa anche sotto il ventennio. Solo che lo facevano nelle case. I più coraggiosi lavando le coperte rosse e mettendole al balcone ad asciugare; quasi tutti cucinando -apposta- il cibo del dì di festa, ossia i cappelletti. Sicché le spie dei fascisti andavano a curiosare nelle case per vedere che cosa si mangiasse. E chi mangiava i cappelletti, voleva dire che era un "rosso" e perciò prendeva botte da orbi o l’olio di ricino. Chi può vada lì martedì a farsi un pranzo che si annuncia favoloso. E chi può vada a Portella delle Ginestre. Io non potrò andare né là né lì; dovrò concentrarmi per un po’ di giorni nel mettere a punto la carta dei diritti e dei doveri dello studente universitario. E smetterò per un po’ di giorni di girare. In ogni caso non posso tacervi due o tre cose dell’ultima peregrinazione. La prima è che, grazie alla mia amica Paola che ce l’ha come allieva, ieri sera un brano delle Ribelli è stato letto da una ragazza siciliana che era la nipote di Franca Viola (la ricordate? La ragazza siciliana che negli anni sessanta fece parlare di sé tutta Italia rifiutando di sposare chi con la forza se l’era voluta portare via nella classica "fuitina", ossia la fuga prematrimoniale).
La seconda è che poche ore fa ho conosciuto Gaspare D’Angelo e Piercarlo Politi di Emergency che mi hanno accolto a Bergamo al loro tendone alla fiera del libro. Gaspare ha scritto una poesia in siciliano su Falcone che fa semplicemente venire i brividi. Hanno negli occhi la malinconia per il ritiro (loro) dall’Afghanistan. E vi parlerò, sempre a proposito di Bergamo, dell’accademia Carrara, che ha inaugurato una mostra con le opere di giovani artisti senegalesi. Già, perché l’accademia di Bergamo è andata in Senegal a insegnare come si fanno le incisioni, e a fare un po’ da ostetrica per i talenti delle arti visive del posto. Video orginali, risultato eccellente. Ripeteranno in America latina. C’è davvero del buono in questo paese. Non so se mi sto voltando dall’altra parte o se sto cercando di guardare nelle profondità della vita reale; o se sto semplicemente perlustrando la parte buona della luna. Anzi lo so benissimo: sto facendo tutte e tre le cose insieme. I beg your pardon.
Nando
Next ArticleLa Carta e Mantova. E Pio La Torre