Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Feste civili. Rosso e nero
Ecco a voi le foto della festa dei cappelletti a Correggio di cui vi ho parlato e una lettera sul 25 aprile scritta da un consigliere comunale della Margherita di San Martino Siccomario. Giusto per capire che non sempre c’è da festeggiare
Cronaca di un 25 aprile a San Martino Siccomario. Vecchie facce, pochi giovani purtroppo, vecchie facce che non mi conoscevano e che poi si commuovevano quando dicevo loro che ero il genero di quel Benigno ferito all’angolo di via Roma da una mitragliata di un autoblindo tedesco, il 24 aprile del ’45.
E poi il corteo, nobile e silenzioso che si dipanava lungo la via per la Messa al Cimitero. Momenti di semplice solennità di questa gente lombarda, abituata al lavoro, alla fatica e al rigore nella quotidianità.
primavera di sessantadue anni fa, come un fatto di sfortuna, come un incidente, un tragico incidente, causato da un tedesco “nervoso” e casualmente assassino, che si trovava lì a pensare alla sua casa distrutta in Germania e che “nervosamente“ ha sparato un colpo. Tutto lì il discorso del Sindaco… Il giorno della Liberazione dal nazifascimo è stato completamente dimenticato… Le parole resistenza, democrazia, libertà, fascismo, dittatura non sono state pronunciate. Per carità troppo pompose. Non una parola sul sacrificio di chi ha fatto una scelta. Solo un accenno che quelli erano stati momenti brutti per tutti e che finalmente, ad aprile, la guerra era finita, dopo tanti morti. Semplice e banale. Tutti morti sono uguali e tutti colpevoli perché tutti hanno infranto l’imperativo morale di non uccidere.
di San Martino abbiamo avuto pietà per tutti i morti, perché i morti sono tutti uguali e ai tutti dobbiamo rispetto ed amore. Ma non nelle scelte. E quelle scelte dovevano essere ricordate a San Martino. Quelle scelte su cui è nata la nostra Costituzione e la nostra nazione; la nostra Italia generosa e severa, come ha menzionato Lei Signor Sindaco, glielo ricordo, nella accorante lettura della preghiera di Teresio Olivelli, martire cristiano ”ribelle per amore"… Generosa nella solidarietà e severa nel rigore dei comportamenti e nei valori. Quei valori, non relativi, per cui sono morti degli italiani e che sono fondamento del vivere civile. Mi pemetto di menzionarle, senza voler fare sfoggio di una elegante citazione, le parole di Pietro Calamandrei, uno dei Padri della nostra Costituzione: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei lager dove furono sterminati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione“.
Una comunità che si riuniva nella Cappella del cimitero, per condividere la memoria e ricordare attraverso il rito religioso e le proprie radici cristiane il sacrificio di quelli che avevano rischiato la propria pelle per la libertà. Senza retorica ma con la modestia ferma ed orgogliosa di chi ha la certezza di fare il proprio umile dovere in un giorno importante per tutta la nazione.
Un momento solenne in quella Cappella e la commozione davanti alla preghiera dei reduci e dei combattenti.
Ma… ma purtroppo quel momento si è rotto dalla banalità. Dalla banalità delle parole del Sindaco che ha ricordato la morte di un giovane di San Martino, in quella terribile
No Signor Sindaco. Abbiamo il dovere di ricordare quelli che avevano fatto una scelta; una scelta di libertà che ci permette oggi di condividere insieme la democrazia e magari anche di litigare appassionatamente in Consiglio Comunale. In quella cappella al Cimitero
Francesco Cupella
Consigliere Comunale DL-la Margherita, San Martino Siccomario.
Lettera pubblicata sulla Provincia Pavese, 28 aprile 2007
Nando
Next ArticleLettera aperta a Gemma Calabresi