Sant’Erasmus. Segue buffet

 Bologna Bologna. La giornata di ieri l’ho trascorsa tutta lì. Iniziava la quattro giorni organizzata per celebrare i vent’anni dell’Erasmus, dentro le manifestazioni per il cinquantenario della nascita della prima Comunità europea. L’Erasmus è un’invenzione fantastica, secondo me una delle cose più belle che ci siano nel mondo universitario. In vent’anni ha permesso a 1.700.000 studenti europei (gli italiani sono all’incirca un decimo) di fare un periodo di studio in un altro paese. Ha fatto girare, conoscere, cooperare. Ha fatto pure sposare, come ieri qualcuno ha testimoniato. Prodi ha lanciato una bella idea, gettando il cuore oltre l’ostacolo Padoa Schioppa: rendere l’Erasmus obbligatorio per ogni studente, prevederlo cioè come parte integrante del curriculum universitario. Come orizzonte non c’è male. Poi qualche piccolo problema finanziario ci sarebbe, anche perché gli studenti devono normalmente integrare la borsa con mezzi propri…Nell’occasione il mio ministro Mussi ha lanciato invece quella che potrebbe essere considerata una brillante provocazione. La ricerca, ha detto, progredisce di più nei paesi in cui ci sono meno pregiudizi verso gli omosessuali. Scientificamente provato. Nulla di assurdo. Dove c’è più apertura, dove ci sono meno paradigmi fissi, la mente è più curiosa, più libera e si fa più domande. "Ricerca" meglio, appunto.

Ai margini, piccola notazione della (brava) giornalista Rai Myrta Merlino: a giudicare da oggi, i politici sono più brevi e più rispettosi degli orari di tutte le altre categorie di ospiti. Oh, queste sì sono soddisfazioni.

Sono soddisfazioni anche quelle che ho provato in serata. All’Accademia di Belle Arti di Bologna è stata inaugurata una mostra fatta solo dai giovani stranieri presenti in Accademia, quasi tutti Erasmus. Andate a vederla. Una cosa spettacolare, se pensate che l’hanno realizzata degli studenti. Autentici colpi di genio in molte opere: pittura, scultura, foto, video. Una rappresentazione di Bologna fatta con le facce di bolognesi, accostate con una sapienza che dir creativa è poco, l’hanno fatta due studenti finlandesi. Un clima caldo, di entusiasmo, di rispetto anche; che credo debba molto al direttore Mauro Mazzali, che lì ci passa la giornata e ci lavora sodo. Ma il momento più delizioso è stato al termine della visita. Siamo arrivati nel grande cortile quadrato interno. Lì, seduti su un gradone che costeggia tutto il perimetro del cortile, stavano in attesa gli studenti, seduti educatamente e di visibile ottimo umore. In centro stava un buffet piuttosto ricco, con sfoglie, arancine, tartine ecc. Appena sono sbucato nel cortile c’è stata un’ovazione. E io ho pensato: ma che carini. Invece quello era il segnale convenuto. Il direttore ha fatto un grande cenno con il braccio. Il sottosegretario era arrivato dopo la visita e si poteva mangiare. A quel punto come in una partita di rugby i ragazzi si sono messi a correre da ogni lato del cortile verso il buffet urlando. Una scena grandiosa. Grande Accademia, una delle migliori, mica per nulla stanno preparando uno spazio espositivo permanente per docenti e studenti. La sera, infine, altro piatto prelibato al Conservatorio. Dai flauti alla danza con le nacchere. Originale, bello: e poi se la prendono con la sperimentazione…

A proposito di sperimentare, devo due notizie a chi mi segue sul lavoro, ma solo perché su questo Blog ne ho già parlato. La prima. Carta degli studenti: il testo è pronto, non è male affatto, andrà discusso nelle università, abbiamo solo spostato la data di presentazione della Bozza a dopo le elezioni universitarie, ossia a fra qualche settimana, per evitare il sospetto (affacciato da qualcuno nel centrodestra) che si voglia anche indirettamente avvantaggiare qualche lista. Seconda notizia: validazioni dei bienni sperimentali. La validazione ex post era espressamente una condizione prevista dalla legge. E il rilascio del titolo era subordinato, sempre per legge, a questa validazione. Il che andava ben comunicato agli studenti. Chi non l’ha fatto si è comportato un po’ come quelle assicurazioni che mettono piccole e invisibili le clausole scomode per il cliente. Comunque, l’indicazione che ho dato, proprio immaginando che gli studenti fossero all’oscuro della clausola, è che le validazioni siano ora subordinate allo svolgimento di moduli integrativi. Insomma (senza entrare nel merito delle decisioni tecniche): non regalare nulla per sanatoria; tutelare gli studenti. E con ciò, buona giornata dal treno che mi riporta a Roma.  

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