La musica sgretola i muri

Mantova Musica Festival. Si apre oggi la quarta edizione della rassegna

I muri. I muri che si rialzano e si riproducono continuamente nella società fluida e globalizzata. Muri ovunque. Come macigni che schiacciano la fantasia. Come minacce alla libertà di dialogo o di incontro. Non solo quelli fisici tra i popoli e le nazioni. Ma anche quelli invisibili tra le idee o le parole. Tra le persone. Tra i sentimenti. O tra le generazioni. Muri che la musica sa corrodere e sgretolare come nessun’altra forma espressiva, da Gerico a Berlino. E’ dedicata appunto ai "Muri" la quarta edizione del Mantova Musica Festival che inizia domani sera nel capoluogo virgiliano, da poco proclamato "città dei festival". Una quarta edizione che conferma l’unicità di una rassegna diventata ormai uno degli appuntamenti musicali nazionali più importanti, capace di mescolare con naturalezza tutti i generi e di ricondurli, ogni volta, a un tema civile che gli fa da sfondo e da filo rosso insieme.
I muri. I muri che si rialzano e si riproducono continuamente nella società fluida e globalizzata. Muri ovunque. Come macigni che schiacciano la fantasia. Come minacce alla libertà di dialogo o di incontro. Non solo quelli fisici tra i popoli e le nazioni. Ma anche quelli invisibili tra le idee o le parole. Tra le persone. Tra i sentimenti. O tra le generazioni. Muri che la musica sa corrodere e sgretolare come nessun’altra forma espressiva, da Gerico a Berlino.

E’ dedicata appunto ai "Muri" la quarta edizione del Mantova Musica Festival che inizia domani sera nel capoluogo virgiliano, da poco proclamato "città dei festival". Una quarta edizione che conferma l’unicità di una rassegna diventata ormai uno degli appuntamenti musicali nazionali più importanti, capace di mescolare con naturalezza tutti i generi e di ricondurli, ogni volta, a un tema civile che gli fa da sfondo e da filo rosso insieme.

Quest’anno il festival partirà con una serata un po’ audace, un tentativo finora inedito: reinterpretare Puccini attraverso artisti contemporanei, ciascuno con un genere diverso, blues rock o jazz. Da Vecchioni a Paoli, da Nada a Roy Paci, da Finardi a Fariselli. Per dire che anche nell’arte e nelle sue forme comunicative non devono esserci divisioni insuperabili, nemmeno quelle all’apparenza più "naturali" e condivise. Poi sarà una cavalcata tra giornate dense di appuntamenti e di opportunità di intrattenimento, di ascolto, di divertimento collettivo; da Luca Carboni a Simone Cristicchi, da Dario Vergassola a Dori Ghezzi, fino alla chiusura domenicale con la ormai celeberrima Bandabardò, che da un paio d’anni sbanca tra giovani e giovanissimi.

Chi non è mai stato al Mantova Musica Festival deve però saperlo: il bello della manifestazione è il suo "sapore d’insieme". E’ quella combinazione particolarissima di architetture, di piazze e piazzette, di teatri e chiese, dove si trova musica a quasi tutte le ore. E’ quell’incontrarsi di generazioni diverse, di nicchie di fedelissimi e di curiosi da week end lungo, che forma un’atmosfera suggestiva in cui tutto ha una fruibilità più alta e diversa, a partire dalle esibizioni spontanee per strada o sotto i portici di questo o quell’artista ospite. E’ l’intreccio della musica suonata con la conversazione che passa leggera nelle presentazioni dei libri musicali, negli incontri con l’autore o nei dopofestival. I quali ultimi chiudono ogni sera tornando sul tema civile della rassegna, e riaffrontandolo – anche in musica – con alcuni dei protagonisti della giornata o con protagonisti affatto diversi, magari l’intellettuale o il giornalista capitati in visita o il politico in vena di outing civile o personale se non di (brevissima…) esibizione canora. Quest’anno al dopofestival (condotto da Lidia Ravera e dal sottoscritto) è stato dato anche l’incarico di attraversare, tra sabato 26 e domenica 27, la prima notte bianca della storia del festival. Un’idea venuta lo scorso anno quando il pubblico, ancora alle tre di notte, non ne voleva sapere di andare a dormire. E che i commercianti hanno accolto al volo.

La grande novità di questa edizione sarà in ogni caso l’ospitalità data dal festival ai giovani e giovanissimi talenti dei conservatori italiani. L’idea è di offrire al pubblico appassionato della musica contemporanea la possibilità di vedere e ascoltare gli artisti emergenti nella nostra alta formazione musicale. Per promuovere delle istituzioni, i conservatori appunto,che vengono spesso e impropriamente viste "solo" come gli scrigni in cui si conservano i patrimoni del passato e non come partecipi, anche, della formazione e reinterpretazione della musica contemporanea, da quella elettronica a quella etnica al jazz. Un’ultima notizia va comunque data ai lettori che ci abbiano fatto un pensierino: a Mantova è tutto gratis. E questo è reso possibile dallo spirito di generosità e di gratuità con cui gli artisti, giovani e non più, vi partecipano proprio in virtù della dimensione civile del festival. In quanti altri posti è possibile oggi incontrarsi in questo modo?


(per il programma e per tutte le altre informazioni utili vedi www.mantovamusicafestival.it)

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