Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Io, Armando Spataro e Abu Omar. La verità vera/1
E’ incredibile. Armando Spataro non smette di denigrarmi a proposito della vicenda di Abu Omar su cui sta (meritoriamente) indagando come procuratore aggiunto di Milano. Stavolta fa dire al cronista di Repubblica che alcuni esponenti del centrosinistra – tra i quali ho l’onore di essere citato per primo – hanno rinnegato le loro idee sulla vicenda perché adesso c’è uno dei loro (Mastella) come Ministro della Giustizia. Ora, accusa Spataro, “sono tutti zitti, allineati e coperti”. Insomma: opportunisti e pusillanimi. Prima hanno fatto il diavolo a quattro. Ora chini e muti, complimenti. E che cosa testimonierebbe che prima hanno fatto il diavolo a quattro? Il fatto che hanno presentato interrogazioni parlamentari “durissime” sulla vicenda all’allora ministro Castelli.
Chiedo scusa se prenderò un po’ di spazio. Ma la cosa, data la lunga amicizia con Spataro, mi brucia e incomincia pure a indignarmi, anche perché mi risulta che egli conduca nei miei confronti questa attività di disinformatja portando presunti dossier nei luoghi in cui viene invitato, che sono poi gli stessi luoghi in cui vengo invitato io. Sicché ora il dossier, quello vero, ve lo do io. E vi dirò nell’ordine: a) qual è stata la mia attività sul caso Abu Omar quando ero parlamentare ed ero all’opposizione; b) che tipo di interrogazione ho firmato; c) se sono stato in silenzio, allineato e coperto, nella mia funzione di membro del governo. Poi giudicherete se ci si trova davanti a una critica sensata o no, e se non ho il diritto di sentirmi il bersaglio di una campagna dissennata.
Anzitutto a) la mia attività sul caso Abu Omar. Non mi ci sono mai impegnato. Non perché non lo consideri importante, ovviamente. Ma perché ognuno lavora e si spreme sulle cause che lo appassionano di più. E io mi sono dedicato anima e corpo alle leggi ad personam e alla criminalità organizzata.
C’è chi reputa gravissime le migliaia di morti bianche sul lavoro ma, anche per una divisione dei compiti in parlamento, non se ne è mai occupato istituzionalmente. Così per la tratta di esseri umani. O per la violenza sessuale. Il fatto assolutamente incontrovertibile, comunque, è che quando ero parlamentare di opposizione non me ne sono mai occupato. Mai fatta una manifestazione, mai un sit-in, mai un intervento in aula o in commissione, mai presa l’iniziativa di raccogliere firme per interrogazioni o altro, mai scritto un articolo, mai fatto un dibattito, mai rilasciata una dichiarazione. Questo è dunque il famoso “prima”: il “prima” infuocato al quale viene paragonato il (preteso) silenzio di oggi. Quanto alle celebri interrogazioni parlamentari, fa ovviamente fede del proprio impegno diretto, come tutti sanno, esserne il primo (o al massimo) il secondo o terzo firmatario. Volete sapere chi furono nella scorsa legislatura i primi firmatari di interrogazioni o interpellanze sulla vicenda? Ecco l’elenco completo tra Camera e Senato: Elettra Deiana (5 volte), Luigi Malabarba (3 volte), Marco Minniti (3 volte), Sandro Delmastro Delle Vedove (2 volte), Tana De Zulueta (2 volte), Antonello Falomi (2 volte); e poi una volta ciascuno: Mauro Bulgarelli, Paolo Cento, Alberto Maritati, Umberto Ranieri, Cesare Salvi, Luciano Violante. Come si vede, io non ci sono. Mai presa alcuna iniziativa. Io compaio come diciannovesimo firmatario in una sola interrogazione: quella del senatore Maritati. L’ho fatto consapevolmente, ci mancherebbe altro. Ma mi volli aggiungere in quel caso (e solo in quel caso) per una ragione specifica: che quell’interrogazione prima e più che parlare di Abu Omar intendeva difendere proprio la figura di Armando Spataro dagli attacchi assurdi che gli aveva rivolto il ministro Castelli. Punto e basta. Una firma, ripeto una firma: per difendere Spataro assai più che per entrare nel merito del caso. Si può dire quel che si vuole. Fatto sta che questa (ribadisco: questa) è stata la frenetica attività condotta sul caso Abu Omar prima di andare al governo e diventare “zitto e muto” sulla stessa materia.
(La verità vera/2)
Nando
Next ArticleAnziani on-line. Il rebus democratico