Io, Armando Spataro e Abu Omar. La verità vera/2

E ora b) vediamo appunto la “durissima” interrogazione che è diventata il chiodo a cui Spataro vorrebbe appendermi (da mesi) nella veste di voltagabbana e di traditore delle mie sante cause. Il fatto è che l’interrogazione era dura proprio nella parte (i due terzi dello spazio) che riguardava la difesa di Spataro dalle accuse di Castelli di essere un magistrato “militante” e antiamericano. Quelle accuse venivano definite “gravissime”. Mentre per il resto si parlava di “presunto sequestro”, di dovere del ministro di astenersi dal giudicare la persona del magistrato richiedente e di “limitarsi a verificare se le richieste di rogatorie all’estero possano pregiudicare la sicurezza o altri interessi essenziali dello Stato”. Proprio le accuse cervellotiche a Spataro venivano richiamate per trarne la percezione di una “deliberata attività contra legem” del ministro, al quale si ricordava che suo compito era quello non “di ostacolare l’attività giudiziaria” ma “renderne più efficiente ed efficace l’iter”. E infine, sulla specifica richiesta di rogatoria, gli si chiedeva semplicemente “quali siano gli intendimenti” del Governo.

Ecco. Questa era l’interrogazione. Avere voluto difendere Armando Spataro mi viene oggi incredibilmente rovesciato da lui stesso addosso come una colpa, perché oggi ho smesso di intervenire; dimenticando che il ministro Mastella (che non è propriamente il mio idolo) non ha mai detto su di lui frasi analoghe. E dimenticando un’altra cosa, soprattutto: che nel frattempo sono uscito dal parlamento e che non ho a disposizione lo stesso strumento dell’interrogazione parlamentare, l’unico usato una sola volta e per le ragioni già dette.
                                                                                                       (La verità vera/3)

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