Anziani on-line. Il rebus democratico

Si chiama Carta regionale dei servizi. L’ha realizzata la Sanità lombarda. E ci si possono "attaccare" i comuni per informatizzare le loro pratiche. Grandi cose bollono in pentola. Ne ho discusso ieri a Pavia in un convegno che mi ha messo l’argento vivo addosso per le promesse che ne ho tratto per tutti noi (in quanto cittadini); ma che mi ha instillato pure qualche amaro dubbio. Che ora vorrei comunicare più estesamente di quanto abbia potuto davanti a un pubblico di cento persone. La Carta mi è sembrata una gran cosa. Non so dare valutazioni tecniche. Ma certo sbrigare le proprie pratiche senza perdite di tempo, senza tormentoni sugli orari di apertura degli uffici, senza incertezze sulle competenze, e trovarsi in mano a casa propria, via stampante, un documento valido è una conquista semplicemente stupenda. Si annuncia addirittura per il 2010 un centro unico di prenotazione per tutte le strutture sanitarie lombarde. Ognuno, questo è l’annuncio, potrà andare dove vuole, scegliere dove essere ricoverato o visitato. Il comune di Pavia ha deciso di andare a ruota sulla rete per offrire allo stesso modo i suoi servizi. Carte d’identità, stati di famiglia, documenti da ottenere e documenti da modificare, con la garanzia della firma elettronica che suggella ogni domanda e ogni dichiarazione. Bellissimo. Il nuovo welfare di cui abbiamo discusso anche giovedì scorso al Cnr (per mio conto parlando del welfare studentesco a cui stiamo lavorando), è fatto di queste cose. Qualità, informazioni, risorse di tempo in più, al posto di tanti impiegati e tanti sportelli. O, per usare lo slogan di Pavia, "meno file più files".

Ora però passo ai dubbi, ossia alle perplessità sugli effetti. Questo sistema viene (di nuovo elogi) concepito per affrontare la domanda di salute della popolazione lombarda. Ebbene, tale domanda arriva soprattutto dalle persone anziane. Le quali, in genere, non hanno un computer. E tanto meno una stampante. E anche se li avessero non li saprebbero usare. Il grande pubblico di queste tecnologie, cioè, è incompatibile con le tecnologie medesime, specie quelle zeppe, strazeppe di prestazioni potenziali che sono state illustrate al convegno. Lo stesso responsabile informatico del Comune di Pavia nel fare la sua dimostrazione ha dovuto fermarsi di fronte ai capricci elettronici e solo dopo un quarto d’ora è riuscito ad averne ragione. Applauso finale per la sua bravura. Ma se fosse stato un anziano, per esempio uno dei novantamila ultrasettantacinquenni che vivono soli a Milano, messosi volonterosamente a un improbabile computer, che cosa avrebbe fatto? Il rischio è che questo mutamento dell’idea di Welfare anziché dare più "pari opportunità" ( io anziano non posso uscire di casa troppo spesso, mi faccio i documenti da casa), aumenti le diseguaglianze tra chi ha risorse, anche culturali, e chi non le ha. Rimedi?  Primo: non rinunciare mai all’interlocutore personale per l’utente (Telecom e numeri vari pussa via). Secondo: una grande campagna contro l’analfabetismo informatico, che oggi amputa i diritti dei più deboli quasi come l’analfabetismo del dopoguerra. Questa mi sembrerebbe una grande campagna degna di un governo progressista.

E detto ciò vado a sentirmi Dacia Maraini al festival di Salsomaggiore. Veniteci anche voi. Organizzatrici: Emilia (consorte), Velia Mantegazza, Lucia Vasini e l’associazione "Incontriamoci a Salsomaggiore". Ospiti quasi tutte donne per l’anno (appunto) delle pari opportunità. Il posto è delizioso e dura fino a domenica. Buona fine di week end!  

Leave a Reply

Next ArticleNapoli e la musica della legalità