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Allegria. Da Previti a Pio Pompa
Come sto? Bene grazie. E vi spiego anche perché. Ragione n.1. Ho vinto alla Corte Costituzionale una lunga battaglia contro Cesare Previti. Il quale, non contento di avere usato e di usare le sue immunità-prerogative parlamentari oltre ogni decorosa misura (leggi ad personam, assenze ai processi milanesi…), ha cercato in un paio di occasioni di limitare le mie. E ha deciso di trascinarmi in giudizio per i miei articoli sull’Unità, che hanno il pregio di ricadere sotto la competenza del Tribunale di Roma. In un caso la mia posizione era blindatissima, trattandosi di giudizi che riprendevano pari pari posizioni espresse nell’aula o nelle commissioni del Senato. Nel secondo caso occorreva spiegare come eravamo stati a cambiare il nostro stesso modo di esercitare il mandato parlamentare, viste le violazioni del regolamento del Senato, i tempi contingentati, gli spazi televisivi sotto il controllo del capo del governo ecc. Insomma, che eravamo stati costretti dalla situazione a cercare strade esterne (formalmente) al più classico lavoro di parlamentare. Proprio per parlare. Per farci sentire. Il giudice civile di Roma non aveva voluto accettare questa spiegazione. E dunque aveva contestato l’immunità concessami dal Senato e aveva fatto ricorso alla Corte Costituzionale. Che lo ha bocciato l’altro ieri (festa, ola, grida di sollievo e di godimento), giudicandolo inammissibile per avere lo stesso giudice riportato le mie frasi in modo “rielaborato” soggettivamente. Credo, se ricordo bene, di essere scampato a una richiesta di indennizzo di un milione di euro. Non male, come intimidazione oggettiva, per un parlamentare che critichi un altro parlamentare. E festa sia. E per tutti.
Poi (ragione numero 2) sto bene perché l’università e la ricerca hanno finalmente avuto soldi dal governo. Cifre fantastiche. Rientra il celebre e famigerato taglio dei consumi intermedi per le università. E poi. Più di cento milioni agli enti di ricerca. Settantacinque per l’edilizia universitaria. Dieci per le lauree scientifiche. Venti per i dottorati. Dieci per il diritto allo studio. E altri ancora. Tutto sul 2007. E’ bellissimo. Abbiamo fatto una riunione oggi e vi dico che li spenderemo al meglio, anche con qualche segnale politico (e culturale) che qui non posso anticipare, questione di giorni. Dopo le lacrime e sangue dell’autunno, che ci hanno costretto a fare i salti mortali e a scatenare la fantasia, ora si ragiona e si possono fare altre cose carine assai. Visto, uomini di poca fede?
La ragione numero 3, invece, è che sono allegro perché ho visto la lettera spedita da Pio Pompa (lo spione che zompa) a Silvio Berlusconi. Leggete qui anche voi: “Sarò, se Lei vorrà, il Suo uomo fedele e leale…Desidero averLa come riferimento ed esempio ponendomi da subito al lavoro”. E poi: “ Avendo quale ispiratore e modello di vita Don Luigi Verzé, che mi ha esistenzialmente e affettivamente adottato, posso solo parlarLe con il cuore: insieme a Don Luigi voglio impegnarmi a fondo, com’è nella tradizione contadina della mia famiglia, nella tutela e difesa della straordinaria missione che scandisce la Sua esistenza”. Eddai, non rotolatevi troppo per terra ché ce n’è ancora: “In due occasioni, prima a Milano e successivamente a Roma, ho colto il Suo sguardo indagatore mentre Le stringevo la mano. Uno sguardo poi divenuto dolce conoscendomi come uomo fedele e leale di Don Luigi.”. Lo sguardo dolce per Pio Pompa…E non è finita: “Mio padre contadino, Don Luigi e Lei possedete la forza e la volontà di seminare per il futuro, oltre la vostra esistenza”. Impagabile. Ma chi è Frassica? Ma chi sono i Fichidindia? Ragazzi, ma questa è comicità devastante, è ancora peggio dello spionaggio. Ma in che mani siamo? Ma per forza che i servizi segreti di tutto il mondo ci pigliano in giro. Se uno si chiama Pio Pompa deve, come minimo, passare la vita a riscattarsi con le opere. Invece faceva proprio opere da Pio Pompa. Per favore, fatelo sparire dai ranghi dello Stato. Lui con il suo appartamentino, i suoi archivi e la stanza da letto per la segretaria. Piopompi altrove.
Nando
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