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Ecco a voi un anno di governo
Oh, eccolo qui! Avevo promesso che lo avrei consegnato agli amici blogghisti e ora mantengo la promessa (ganzo…). Questo è il Rapporto sul mio primo anno di governo; sulla prima esperienza di governo della mia vita, svolta dalla grandiosa postazione del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Credo che possa essere utile per chi legge dare uno sguardo d’insieme al lavoro compiuto. Certo, si sarebbe potuto desiderare di più… Ma questo è quel che si è materialmente potuto fare. E se ce ne saranno il tempo e altre condizioni, si potrà fare sicuramente di meglio. Va da sé che di questo sui giornali troverete poco o nulla. Pazienza. Io invece credo che un buon rapporto tra governanti e cittadini si possa alimentare anche della conoscenza che l’opinione pubblica ha di quel che viene fatto e delle strategie che vengono perseguite. Buona lettura. E ricordate: i suggerimenti sono sempre utili e ben accetti.
RAPPORTO SU UN ANNO DI GOVERNO
di Nando dalla Chiesa, Sottosegretario all’Università e alla Ricerca
SINTESI
1) 1) Finalmente sbloccati i fondi del bando per l’edilizia residenziale del 2001: 8000 posti letto in più per gli studenti fuori sede; altri 6000 restituiti a funzionalità
2) Nuovo bando per residenze universitarie: altri 10.000 posti letto in più per gli studenti fuori sede (totale: 18.000 posti in più; la disponibilità nazionale aumenta di oltre il 50 per cento)
3) Varata per la prima volta in Europa la Carta dei diritti studenteschi. Verrà sperimentata già nel prossimo accademico presso alcune università
4) Protocollo d’intesa in corso con il Ministero per le Politiche giovanili e con l’ABI per i prestiti d’onore: tasse e contributi, programmi Erasmus e master. Accordi ulteriori con Fondazioni bancarie per finanziare l’intero ciclo di studi universitari o i bienni specialistici
5) Cambia la legge sul diritto allo studio: in autunno il nuovo testo. Maggiore protezione dei più deboli. Rivalutazione del merito. La mobilità entra nelle “prestazioni essenziali”
6) Dopo otto anni arrivano finalmente le norme di attuazione della riforma del ’99 di Accademie e Conservatori: ordinamenti didattici, reclutamento dei docenti, piano di sviluppo
7) Sviluppo e valorizzazione del sistema dell’Alta Formazione Artistica e Musicale: creazione dei poli e distretti, internazionalizzazione, promozione della visibilità e della notorietà dei “giovani talenti” artistici
8) Progetto Ethicamente. Per la prima volta un progetto (coordinato dal Ministero) per promuovere negli studi universitari l’etica pubblica e l’etica delle professioni
9) Diritto all’informazione. Rinnovato il sito telematico del Ministero. Informazioni sugli sbocchi professionali e sui più importanti risultati di ricerca sulla condizione studentesca (continua)
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1) DIRITTO ALLO STUDIO E CONDIZIONE STUDENTESCA
1.a) RESIDENZE UNIVERSITARIE E CAPACITÀ DI ACCOGLIENZA
La scelta di contrastare l’ideologia dell’“università sotto casa” e di trasformare in un valore di riferimento strategico la mobilità studentesca sul territorio (in calo negli ultimi anni), e insieme la volontà di garantire maggiormente agli studenti bisognosi la possibilità di scegliere la “propria” università, hanno portato a un forte impegno nell’accrescimento delle capacità di ospitalità del sistema.
– Sono stati finalmente sbloccati i finanziamenti della Legge 2000 per le nuove residenze universitarie (legge di cui ero stato a suo tempo relatore alla Camera). Erano fermi dal 2001, anno del bando, per il succedersi di problemi burocratici. Si tratta di interventi per ristrutturazioni, ampliamenti o creazione di nuove residenze. In complesso dovrebbero nascere circa 8000 nuovi posti letto per studenti fuori sede. A essi si aggiungono almeno 6000 posti letto che vengono restituiti a funzionalità piena per effetto delle ristrutturazioni.
– E’ stato realizzato un nuovo bando (di imminente pubblicazione) per altri posti letto, usando fondi previsti in Finanziaria e stanziamenti precedenti non utilizzati. Il bando è stato concepito su nuove basi rispetto a quello precedente: priorità assoluta per la creazione di nuovi posti letto (con l’altro bando, infatti, erano state in qualche caso finanziate riduzioni di posti letto), premio del rapporto costi/posti, ecc. Da questo bando dovrebbero provenire all’incirca altri 10.000 nuovi posti letto. In totale i nuovi posti creati dai due bandi sono circa 18.000, ossia oltre il 50 per cento in più di quelli oggi esistenti su scala nazionale.
– Il Ministero ha da poco scelto di patrocinare e promuovere la campagna “prendi in casa uno studente” rivolta alla popolazione anziana, e avviata in qualche provincia italiana, sulla scia di esperienze in corso all’estero. I posti letto ottenibili con questa campagna sono difficilmente stimabili a priori, anche se si può stimare in qualche migliaio il risultato finale di una campagna ben coordinata e sviluppata negli anni. Il valore dell’iniziativa (un patto tra le generazioni, una socialità rafforzata, un soddisfacimento reciproco di bisogni) va al di là, ovviamente, dei numeri.
– E’ intenzione del Ministero, comunque, di adottare tutte le misure utili all’ampliamento ulteriore delle capacità di accoglienza orientate agli studenti universitari. In tal senso vengono seguite le iniziative autonome di comuni e regioni per inquadrarle dentro una strategia più generale, vengono censite le residenze religiose per coinvolgerle negli obiettivi del sistema, si sta discutendo con alcune amministrazioni di come creare o utilizzare anche gli ostelli per la gioventù per venire incontro a una domanda di accoglienza più flessibile (due-tre giorni alla settimana). A queste misure va aggiunta poi quella decisa dal governo in Finanziaria, volta a favorire la defiscalizzazione degli affitti pagati dalle famiglie per mantenere agli studi universitari i propri figli.
– Più in generale si può dire che il Ministero punta a realizzare nella legislatura, attraverso una strategia composita e nonostante debba misurarsi con la nota ristrettezza dei mezzi finanziari disponibili, un raddoppio dei posti letto per gli studenti universitari (oggi sono circa 32.000). Sarà una dotazione ancora insufficiente e molto al di sotto di quelle dei maggiori paesi europei, ma rappresenterà comunque un significativo passo in avanti rispetto ai decenni passati; e servirà in ogni caso ad abbassare i livelli degli affitti praticati oggi dai privati.
1.b) CARTA DEI DIRITTI STUDENTESCHI
Il secondo valore di riferimento strategico è stato quello della cittadinanza. Molti decenni fa gli studenti posero il tema dei loro diritti di cittadinanza dentro l’università. Si pensò di rispondere a quella domanda attraverso l’istituto della rappresentanza. Questo istituto si è dimostrato però poco efficace a tutelare alcuni diritti fondamentali. Perciò il Ministero ha stimolato il Consiglio nazionale degli studenti universitari a definire uno schema dei diritti e dei doveri connessi con un pieno riconoscimento della cittadinanza studentesca e con una più elevata qualità dei servizi erogati dal sistema universitario. Sulla base di quello schema è stata elaborata una sorta di "Costituzione studentesca", attraverso la quale si ridefinisce la natura stessa dell’università ("una comunità umana e scientifica, di insegnamento e di ricerca"), si fissano diritti e responsabilità, spaziando dalle prove d’esame ai servizi didattici, dai tirocinanti ai dottorandi di ricerca.
Questa Carta è stata ufficialmente presentata in giugno. Il testo sarà sottoposto ai pareri degli organi rappresentativi del mondo accademico e discusso pubblicamente negli atenei che ne faranno richiesta. Contemporaneamente, nel prossimo anno accademico, essa sarà sperimentata dalle università di Modena-Reggio Emilia, di Camerino e di Messina, oltre che in alcune facoltà di altri atenei, così da averne delle indicazioni "sul campo". Poi ne verrà redatto il testo definitivo.
Si tratta di una Carta con ambizioni di efficacia. Al di là dello strumento normativo che verrà adottato, il suo rispetto sarà uno dei parametri di valutazione della qualità dei singoli atenei da parte della costituenda Agenzia di valutazione, i cui giudizi – come è noto – orienteranno una quota dei finanziamenti ministeriali alle università. Il che appare coerente con l’intenzione di premiare non solo la ricerca ma anche la qualità della didattica e l’ampiezza, correttezza e certezza dei servizi erogati.
Va detto che questa Carta rappresenta una scelta di avanguardia per tutto il sistema europeo (esiste in Francia una Carta della qualità dei servizi, esiste una direttiva europea per i diritti dei ricercatori); e anche per il nostro sistema, dove strumenti del genere ancora non sono stati adottati o sperimentati da alcun ateneo (esiste la figura del Difensore civico all’Università di Siena, esistono codici etici o deontologici in più università).
1.c) UNA NUOVA LEGGE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO
Il Ministero sta comunque lavorando a una nuova legge per il diritto allo studio, con l’intento di giungere a un testo solidamente condiviso entro l’autunno. Finora si è infatti proceduto sulla base della legge del ’91 (ricca di promesse mai mantenute) e sul Dpcm che ne ha definito i criteri attuativi. Una nuova legge è necessaria per i seguenti motivi: 1) la intervenuta modifica del titolo V della Costituzione; 2) le incongruenze e i limiti segnalati dall’esperienza di quindici anni; 3) i mutamenti avvenuti nella realtà sociale (es. aumento delle diseguaglianze) e nella sensibilità culturale, anche a livello europeo (vedi gli appelli per una maggiore diffusione di Erasmus o l’annunciato impegno di alcuni partner comunitari a sostegno di più risolute politiche per la mobilità).
I numerosi incontri e convegni di quest’anno, le riflessioni prodotte dalle Regioni, le scelte effettuate o in arrivo nei paesi dell’Unione, hanno ormai consentito di mettere a fuoco i principi e i temi da privilegiare. In sintesi: a) l’esigenza di attuare più correttamente l’articolo 34 della Costituzione (rivolto alla tutela dei bisognosi “capaci e meritevoli”); b) l’urgenza di garantire una tempestiva e piena soddisfazione dei diritti degli idonei (oggi in alcune regioni solo il 50-60 per cento degli idonei fruisce delle borse di studio e in genere con forti ritardi); c) la necessità di allargare gli strumenti del diritto allo studio di fronte all’aumento delle distanze sociali; d) l’esigenza di dare un impulso decisivo alla mobilità (che rientrerà nella nozione delle prestazioni essenziali in una moderna visione degli studi universitari) oltre che di rispondere in modo sistematico alle questioni poste dall’internazionalizzazione; e) la necessità di configurare idonee politiche di sostegno per fronteggiare il crescente costo della vita di alcune grandi sedi universitarie.
Sarà una legge cornice, da fare maturare in raccordo con le Regioni e alla quale le stesse Regioni daranno poi i propri contenuti in linea con la loro autonomia.
1.d) ALTRE MODALITÀ DI INTERVENTO
Dati i noti vincoli finanziari, qualunque possibile incremento del monte-importi per le borse di studio risulterà comunque insufficiente a tutelare pienamente tutti gli studenti non abbienti. Per questa ragione il Ministero si sta muovendo per allargare la consapevolezza della possibilità di usufruire dei prestiti d’onore, largamente presenti (anche se con modalità diverse) in tutti i sistemi europei. Sta dunque concordando, insieme con il Ministero per le Politiche giovanili, un protocollo d’intesa con l’ABI per agevolare il ricorso a questo strumento, con particolare riferimento alle tasse e ai contributi, alla frequenza degli Erasmus e a quella dei master. Ma sta anche studiando più specificamente con alcune Fondazioni bancarie criteri particolarmente convenienti di erogazione dei prestiti negli atenei a esse più legati territorialmente. In particolare, nei prossimi mesi, si cercherà di indirizzare una informazione privilegiata alle famiglie, raramente consapevoli della possibilità di ripartire su molti anni (e a tassi di favore) le spese per l’istruzione superiore dei propri figli che oggi, più gravosamente, vengono affrontate in un numero di anni fortemente concentrato.
Oltre a ciò, e proprio in una logica di intervento ad ampio spettro, il Ministero sta sostenendo e promuovendo le “pratiche migliori” adottate in questo campo da singole università. Vanno segnalate a titolo di esempio la carta di credito a tasso zero dell’Università di Siena per ripartire in otto mesi il pagamento delle tasse o l’iniziativa dell’Università di Camerino di dimezzare le tasse agli studenti provenienti dalle regioni dell’“obiettivo convergenza” europeo (Sicilia, Calabria, Puglia, Campania) purché in linea con gli studi e con votazioni non inferiori al 25.
2) ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE
Il settore dell’Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) è un settore ad altissima potenzialità per la cultura e l’economia nazionale, nonché per lo sviluppo del ruolo internazionale del Paese. Con questa convinzione ci si è adoperati sin dall’inizio per ottenere da questo settore, sul piano dell’attenzione politica e della consapevolezza dell’opinione pubblica, un effettivo colpo d’ala. In controtendenza con i tagli diffusi, il settore ha beneficiato nella scorsa Finanziaria di (limitate) risorse aggiuntive. E ogni sforzo è stato compiuto per conseguire due obiettivi, ritenuti strategicamente intrecciati: 1) dargli prestigio, notorietà e apertura, per farlo uscire dalle tendenze localistiche; 2) dargli un primo ordine sul piano normativo.
Da qui, per quanto riguarda il primo obiettivo, sono conseguiti: il maggiore impegno nel promuovere, anche mediaticamente, il “Premio delle Arti”, giunto alla quarta edizione, entro cui per la prima volta è stato organizzato uno specifico “Festival dei Conservatori”; lo sviluppo delle presenze radiofoniche e televisive degli stessi Conservatori, con una partecipazione particolarmente rilevante e qualificata su Radio Vaticana, su richiesta della stessa emittente; la prima presenza sistematica (e che verrà sempre più potenziata) di esponenti dei Conservatori nell’ambito di festival musicali, al fine di diffondere una nuova percezione degli studi di conservatorio e offrire agli allievi migliori opportunità ampie di farsi conoscere.
Per quanto riguarda invece il secondo obiettivo, il Ministero ha finalmente provveduto a dare esecuzione alla riforma prevista dalla legge del ’99, consegnando al Consiglio nazionale dell’arte e della musica i testi dei nuovi ordinamenti didattici, le norme sul reclutamento dei docenti e le norme sullo sviluppo e riequilibrio del settore.
Le norme sul reclutamento tendono sia a tutelare i diritti dei docenti presenti nelle graduatorie sia ad assicurare al settore quella flessibilità di una parte del corpo docente che gli è necessaria per garantire apporti (anche temporanei) di qualità a vantaggio delle opportunità formative degli studenti. Il piano di sviluppo muove invece dalla convinzione che le singole istituzioni, anziché essere una copia (più o meno prestigiosa) delle altre, debbano costruirsi un proprio profilo da valorizzare nella competizione nazionale e internazionale. In particolare esso punta a costruire veri e propri “poli” di sinergie e vocazioni, su alcuni dei quali si è già proceduto nel corso dell’anno, creando una rete di scambi e attività comuni tra istituzioni AFAM, altre istituzioni pubbliche (Scala, Arena, ecc.) e soggetti privati (Domus Academy, librerie, liuterie, ecc.) sotto la guida del Ministero o attraverso la collaborazione tra Ministero ed enti locali. Tra questi va segnalato l’elevato grado di avanzamento dei poli di Milano, Verona, Genova e Napoli (in quest’ultimo caso si tratta in realtà, più propriamente, di un “distretto territoriale” previsto anche come occasione di bonifica e rilancio sociale di un’area del centro storico).
Va ancora segnalato, a proposito di piani di sviluppo, che per la prima volta sono stati stanziati fondi per i cosiddetti Istituti musicali pareggiati, ossia quelli di proprietà comunale o provinciale, i quali sono stati integrati nel disegno strategico nazionale relativo alla formazione dei “poli” o “distretti”.
Contemporaneamente, il Ministero sta spingendo sull’internazionalizzazione del settore. Sia attraverso una sua partecipazione ai fondi di ricerca dell’Unione europea, prima quasi totalmente ignorati (sul tema sono stati organizzati più seminari formativi rivolti a docenti e personale amministrativo), sia attraverso la previsione di spazi di accoglienza per gli studenti stranieri (ma su questo si è ancora ai primi passi operativi).
Restano numerosi problemi, che la legge di riforma (che si ipotizzava a costo zero) e la stratificazione di fatti, contesti e culture hanno consegnato a questo governo. Ad esempio il bacino di formazione di bambini e adolescenti nella danza e nella musica. O la (richiesta) compatibilità degli studi di conservatorio e degli studi universitari. O il pieno, automatico riconoscimento dell’equipollenza dei titoli di Accademie e Conservatori alle lauree universitarie (in tal senso si provvederà a breve con apposito decreto ministeriale). Lo stesso rinnovo generalizzato delle nomine dei presidenti delle istituzioni AFAM (richiesto da una sentenza del Consiglio di Stato) è andato più a rilento dell’immaginato, anche se, pur nei ritardi, è stato affermato il principio (innovativo e in linea con la divisione dei poteri) di escludere dalla nomina i parlamentari e gli assessori in carica.
In generale il Ministero ha ritenuto di non procedere seguendo la logica dei due tempi (prima i problemi normativi e di personale, poi la promozione e lo sviluppo), ma di lavorare contemporaneamente sui piani indicati, ritenendo che il cambio di passo del sistema potesse per un verso creare il clima adatto a discutere entro prospettive nuove i suoi problemi settoriali, per l’altro verso potesse creare le condizioni migliori per ottenere più risorse per il sistema stesso.
3) PROGETTO ETHICAMENTE
Il Ministero ha varato a fine marzo il progetto “Ethicamente”, coordinato dal sottoscritto. Il progetto nasce dalla volontà di promuovere nell’ambito degli studi universitari, ossia nella fase in cui il giovane si forma alla futura professione, una specifica “etica professionale” collegata con una solida dimensione dell’etica pubblica. Se infatti l’università è il luogo di formazione delle future classi dirigenti, è opportuno che al suo interno ci si adoperi per educare chi ne farà parte al senso della propria (futura) responsabilità sociale.
Il progetto non prevede, tranne alcune eccezioni, particolari insegnamenti disciplinari. Prevede invece l’organizzazione, con i docenti e gli studenti interessati, di seminari, incontri ed eventi di impianto “trasversale”: dall’etica degli affari all’etica della pedagogia, dall’etica civile a quella delle professioni forensi o della comunicazione. Il primo seminario si è tenuto al Ministero a fine giugno con l’Associazione dei dottori e dottorandi di ricerca sul rapporto tra etica e carriera nell’università. Sono in programma dopo l’estate convegni a Milano, Bologna, Genova, Roma, Palermo e Catanzaro. L’obiettivo è di immettere una specifica dimensione culturale (e morale) in più nel contesto istituzionale e di vita in cui si apprende e si insegna. Ossia, se così si può dire, di contribuire a riformare l’università anche intervenendo sul suo software.
Per gli aspetti più direttamente legati ai temi della legalità e dell’impegno contro la criminalità organizzata, “Ethicamente” ha definito accordi di cooperazione con la Commissione parlamentare antimafia e con l’associazione “Libera”.
4) DIRITTO ALL’INFORMAZIONE
Il Ministero ha infine avviato una riorganizzazione del suo sito, per offrire una più ampia e sistematica gamma di informazioni ai suoi utenti. La riorganizzazione è ancora in corso. Essa punta a fornire in tempo reale un’adeguata informazione della attività svolta dai membri del governo e degli orientamenti espressi in incontri pubblici su specifici problemi. Ma punta anche a svolgere una funzione di servizio cruciale: offrire cioè agli studenti informazioni che possono aiutarli nelle proprie scelte di vita: ad esempio quelle sugli sbocchi professionali dei singoli indirizzi di laurea, così come sono delineati dalle principali ricerche condotte sul piano nazionale o sul piano regionale.
N.B. Le attività, le realizzazioni, gli impegni indicati in questo Rapporto sono stati resi possibili dall’impulso e dalla condivisione del Ministro e dalla piena, propositiva collaborazione delle competenti strutture e Direzioni ministeriali.
Pavlov
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