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Arridatece Mike Bongiorno
Sapete che vi dico in questa pazza estate del 2007? Vi dico: W Mike Bongiorno!! Ma viva Mike Bongiorno sul serio. Lui e il suo "allegria!". Proprio così, quell’"allegria!" su cui l’abbiamo preso in giro nei decenni. Fino a considerarlo il simbolo di un paese spensierato e un po’ cialtrone, con il riso stampato sulle labbra, incapace di soffrire e di compenetrarsi con i drammi del mondo; insomma il simbolo di un paese e di una tivù un po’ fessacchiotti. No, ora "allegria!" mi piace, mi sembra un grandioso orizzonte esistenziale e civile. Anzi, se Mike Bongiorno fonda un partito con "allegria!" come programma politico, giuro che prendo la doppia tessera.
Come mai questa inversione a U? Ascoltate e cercate di vedervi queste due scene. Scena numero uno. Torno verso casa prima di cena. Ho il ricordo della cravatta che mi viene fatta svolazzare dal vento dietro le spalle e di me che cerco di aggiustarla. In quel mentre dal numero civico accanto al mio sbuca una signora sui sessanta-sessantacinque, all’apparenza assai distinta, con due cani (uno era un lupo con certezza) al guinzaglio. Il tempo di incrociarla, di capire che mi ha riconosciuto e sento dire dietro di me (scusate la volgarità): "vai a cagare, vai a cagare". Penso che sia pazza, che parli da sola, ma quando salgo i gradini che danno sul portone di casa mia, mi giro e vedo che da in mezzo la strada grida più forte "vai a cagare" rivolta a me medesimo. Direte: ma le hai fatto qualcosa? No, ma a Milano si usa così. Sarà semplicemente stata una leghista o una di Forza Italia (quelli di An non lo fanno, quelli dell’Udc nemmeno), insomma una del popolo berlusconiano. Loro basta che vedano uno dell’altra parte e lo insultano in scioltezza sfoderando una volgarità inimmaginabile, quella dei loro leader. Ma ve l’immaginate una signora ultrasessantenne che grida "vai a cagare" dalla strada? Una volta non ci avrebbe creduto nessuno. Ora è realtà. E’ norma di "convivenza civile". D’altronde mai sarebbe capitato che un’anziana e distinta signora intervistata in tivù sul perché non le piace Prodi rispondesse "perché ha il pisello piccolo" (l’avete vista su Blob?).
Scena numero due. Qui il protagonista è Lillo, mio illustre socio di Melampo. Va dal giornalaio e chiede Repubblica. Poi arriva una signora e chiede il Corriere. Ma il Corriere è finito. Allora lei cambia testata: mi dia Libero, perché mica comprola Repubblica , io (io sottolineato con vigore e disprezzo verso l’altro e mite acquirente). Perché, aggiunge, Feltri fa giornalismo vero, mica Repubblica. Capito? Qui nemmeno dal giornalaio si può andare senza che qualche sconosciuto a cui non hai mai fatto nulla di male decida di aggredirti a freddo. Poi dice che Milano rinasce! Ma non diciamo panzane. Ma come può rinascere una città popolata di malmostosi, di gente che divide il mondo in berlusconiani e comunisti? Come può rinascere una città dove ogni mattino, appena aperti gli occhi, si incomincia a ringhiare e a sbavare contro qualcuno? Credo che scriverò un saggio sulla "Società maleducata". Per descriverla e per spiegare perché è destinata a finire male (e le starebbe tanto bene, decadenza economica, soldi che non arrivano più, figli che ti si rivoltano ancora e ti mandano "a cagare"…). Intanto mi prenderò la piccola licenza di riesumare l’appellativo di "befana" alla prossima insolenza della mia vicina. E attendo che il Mike nazionale fondi il suo partito. Allegria, gente, e sorridete un po’ che non si muore mica…
Nando
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