Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Da Lisbona, tra Dell’Utri e Rosybbindi
Allegria, appunto. Sono a Lisbona, splendida città latino-oceanica, a sostituire Mussi al consiglio dei ministri europei sulla ricerca scientifica. E’ un consiglio informale, celebrazione benaugurante del turno di presidenza portoghese. E dunque immagino che i sostituti saranno molti. Io, per sì o per no, la "family photo", come è previsto nel programma, me la faccio lo stesso. Insomma, sono contento per vari motivi. Primo, che sono qui. E scusate ma non è poco. Forse voi non sapete la storia del mio rapporto con Lisbona. E’ la prima volta che ci metto piede (bellissima!) ma è da anni che le faccio la corte. Una volta mi ero preso un week end lungo, credo per l’Immacolata, con l’obiettivo di venirci con Emilia. Ragazza, si va a Lisbona. Davvero? Ma sì, tutto prenotato, non dire più che penso solo alla politica, ci facciamo tre giorni da soli in giro per la città. Be’, fa lei, devo riconoscere che ogni tanto hai di questi pensieri. I pensieri quella volta li ebbe anche IgnazioLa Russa , allora presidente della Giunta per la autorizzazioni a procedere della Camera, di cui facevo parte. Era arrivata la richiesta di arresto per Dell’Utri dai magistrati palermitani. Ci si vede il sabato, non c’è altro giorno disponibile. E così saltò Lisbona la prima volta. Allora cercai di rimediare. Dopo alcuni mesi, di nuovo grande sorpresa per Emilia. Ragazza si va a Lisbona. Ma è vero? Sì, tutto prenotato. Che bello, mi era rimasta qui. E stavolta ci andiamo qualunque cosa succeda. Sì, stavolta sì, chi se ne frega. Eh, si fa presto a dire chi se ne frega. Giusto quella settimana arrivò un supplemento di documenti dei magistrati palermitani sempre su Dell’Utri (capite perché non lo sopporto?). Nuova convocazione della Giunta, ovvio. Per quando? Sempre ovvio: per il mio week end a Lisbona.
A quel punto ci abbiamo rinunciato. Sicché quando mi han detto che dovevo venire qui per dovere istituzionale, non mi è sembrato vero. Con retrogusto amaro, però. E niente retrogusto, ma puro sbotto nervosino da parte di una "ragazza". Vabbe’, ci riproveremo.
Poi sono contento perché il procuratore della Corte dei Conti ha sollevato il problema dei parlamentari condannati per reati contro la pubblica amministrazione. Non dico quel chela Lega dice degli immigrati, ma insomma sì, dovrebbero andarsene a casa (loro e chi li ha candidati, aggiungo). Poi, dopo lo scandalo delle false timbrature di medici e infermieri a Perugia, vedo che monta una sana rabbia verso i fannulloni, che non sopporto in nessun ambiente e qualunque stipendio prendano (ovviamente peggio per chi lo prende alto), perché lo stipendio non può fare da alibi.
E infine, ma su questo ci tornerò, mi fa piacere che Rosy Bindi si sia candidata per il partito democratico che nel cuor mi sta. So per esperienza diretta quanto venga fatta pagare ai politici la sconfitta, in un mondo popolato di cannibali e dove dunque più nessuno vuole correre il rischio (orrore!) di perdere. Lei ha deciso di rischiare, quasi certa di perdere. Brava Rosy. Quanti ne ho visti tirarsi indietro se non c’era l’elezione sicura con plebiscito incorporato….
Nando
Next Article19 luglio. Quando c'erano le cabine telefoniche