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Il sindaco pescatore e la libreria delle donne. E Marco Pannella
Continuo brevemente con ciò che mi piace e ciò che no. Mi piace da morire il paesaggio che ho davanti in questo momento. Sono su una collina del Cilento da cui si vede un Tirreno spettacolare, fino a Capo Palinuro. Sono stato ad Acciaroli, un delizioso paese di mare a cui, giustamente, fa da sindaco un pescatore (di nome Angelo). Il quale, essendosi formato al rispetto della natura, ha tassativamente introdotto e difeso in paese la raccolta differenziata dei rifiuti, la più spinta possibile. La leggenda locale narra di villeggianti terrorizzati alla sola idea che arrivino i vigili a controllargli i sacchetti della spazzatura quando si avvicinano ai cassonetti. Altro che Napoli. Ma altro che Roma, pure. Insomma, qui c’è un sud che va gloriosamente contromano. Tanto contromano che in paese c’è pure una libreria (Millemila, si chiama) gestita da due gentili signore romane, Marina e Livia. Che organizzano di sera, per strada, presentazioni di libri affollatissime. Avrete già capito: mi hanno invitato a parlare delle Ribelli. Ho trovato un pubblico femminile al 90 per cento, un colpo d’occhio da stordire, quasi, con la lusinghiera presenza maschile di Gerardo D’Ambrosio. Ma quel che mi ha colpito è stato il silenzio, lo stordimento (a sua volta) del pubblico a sentire narrare quelle storie, evidentemente per molte del tutto sconosciute. Una signora mi ha raccontato che la figlia (studentessa universitaria) l’ha ringraziata di averla portata lì. Motivo: la scoperta che "allora a scuola non impariamo proprio niente, com’è possibile che non ce ne abbiano mai parlato?". Già, com’è possibile? Una bella riflessione su come è conciata questa scuola, insisto, insisto, bisognerebbe farla. E senza difendere nessuno per partito preso.
Non mi piace invece il rifiuto -per ora- di fare partecipare Pannella alle primarie del Pd. Se il partito democratico è quello che ho in mente io, Pannella ci sta tutto, purché rispetti condizioni certe e non faccia il furbo. Io non ho un debole per i radicali. Anzi, mi pare che talora vengano loro riconosciuti meriti in eccesso. Per esempio quello di avere promosso il referendum sul divorzio del ’74, quando il referendum -invece- venne promosso dal fronte conservatore contro la legge già passata in parlamento. In quel caso i radicali fecero, certo, un’ottima campagna referendaria. Ma è evidentemente un’altra cosa. In ogni caso credo che Pannella, Bonino ecc, rappresentino un filone della cultura democratica a cui non si può dire "tu stai fuori dalla porta". Quindi bravo Chiamparino, bravo Furio Colombo e bravi tutti quelli che non mettono il filo spinato intorno a un progetto politico che dovrebbe cambiare in meglio l’Italia (lo so, diversi blogghisti non sono d’accordo, ma che ci posso fare…). Ora vado nel Cilento dell’interno per un convegno su innovazione e ricerca con Nicolais. Saludos cilentanos.
Nando
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