Finlandia tour/4. Se il traffico non è un problema

Sono le 23,20, ora locale. E’ appena sorto uno spicchio di luna da dietro un promontorio, mentre dalla parte opposta del lago il rosa del lunghissimo tramonto tende ormai all’azzurro scuro. Sono a Lappeenranta, sulla riva orientale del lago di Saimaa, vicino al confine meridionale con la Russia. Mi sono bevuto una birra su uno splendido barcone dove a un certo punto hanno mandato in onda perfino il grande Elvis di "Love me tender". E ora sono in albergo. Abbiamo solo una suite, mi hanno risposto quando, forte delle ottime indicazioni di Lonely Planet, ho chiesto una stanza. Gli ho detto: ci vediamo dopo; come per dire "siete matti". Poi sono tornato con le pive nel sacco. Non c’è un posto in nessuno dei quattro alberghi o pensioni cittadini. E dunque ho dovuto accettare. Ma con Emilia abbiamo deciso in un secondo come reagire: si risparmia sulla cena. Un panino a un chiosco e via. Domani si recupera alla grande con il breakfast, e anzi ci si porta avanti per tutta la giornata, te la faccio vedere io la suite. Il guaio è che il panino ci è rimasto qui (era fritto). Ed ecco l’idea della splendida birra sul lago. Sul lago?, direte. Allora vi siete beccati le zanzare…Ebbene no, le delinquenti devono star preparando un assalto devastante, perché astutamente ancora cercano di non farsi vedere. Secondo me hanno una strategia militare. Vogliono risucchiarmi in uno spazio impervio, un po’ come fece Vercingetorige con i romani. Oppure cercano di farmi credere al sicuro per farmi abbassare le difese e poi attaccarmi in contropiede, un po’ come faceva l’Italia di Bearzot ai mondiali dell’82, quando Gianni Brera propose, per gli azzurri, la teoria della "squadra femmina".

In ogni caso inizio a capire che cosa voglia dire essere venuto in un paese dove ci sono 200.000 laghi e 17 abitanti per chilometro quadrato. E’ letteralmente un altro mondo. Ho preso a nolo un’auto, una piccola citroen, e ho preso pure il navigatore. Che non ho mai usato in vita mia; e che continuo a non usare in questo viaggio anche se mi costa 15 euro al giorno. Perché? Ma insomma, se i ritrovati "scientifici" dicono panzane, vai di qua e vai di là sbagliando, io li tratto da impostori. Questo ha detto una panzana appena dopo cento metri ad Helsinki e io l’ho fatto accomodare ad alta voce nel cruscotto. Finalmente liberi dall’impostore siamo andati a Porvoo, un borgo delizioso di fiume, fiume che a sua volta scorre con colore deliziosamente marrone. Il vecchio centro è fatto di case in legno. E mostra le cassette postali dai colori diversi, uno per famiglia, come nei fumetti. Poi siamo saliti verso est. Kotka, che praticamente non ha niente anche se non è male, e Kouvola, che non ha opere d’arte, ma ha un’urbanistica ariosa e moderna, con bellissimi edifici pubblici. Fino a Lappeenranta. Le strade sono strette ma sono sicure, perché le rendono sicure i finlandesi. Si osserva il limite di velocità e nessuno ti strombazza dietro per farti andare più veloce, pirla che non sei altro che devo lavorare. Nessuno supera dove non si può, ne ho visti due in tutta la giornata. E ai lati delle strade tonalità di verde da sognare. Per lunghi tratti distese ben separate di verde chiaro e verde scuro, come nei disegni delle elementari. Sì, credo di avere visto qualcosa del genere solo in quei disegni fantastici. Domani (che è ovviamente un altro giorno…) inizia la distesa dei laghi. Buona notte a tutti e scusate se non parlo dei temi di casa nostra, ma qui i giornali italiani non arrivano. Negli ultimi due giorni l’Herald Tribune ha parlato una volta sola dell’Italia, per raccontare dei lucchetti d’amore a ponte Milvio. Perché l’Italia, in fondo, è tutto un Muccino. Ancora buona notte.

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