Verdone a gogo e meduse strombolane

NON LEGGETE! IL POST SI E’ RIPETUTO PER QUALCHE SORTILEGIO VULCANICO. APPUNTAMENTO A DOMANI. QUI LAVORARE SU INTERNET IN WIRELESS E’ UN BEL PROBLEMA. Guarda un po’ come va il mondo…Uno gli fanno (gratis) una testa così sulle zanzare finlandesi e poi scopre le meduse strombolane. Ma sì!, come si sarà capito sono tornato a Stromboli, l’isola del mio cuore, quella in cui sogno di chiudere -fra un po’ di tempo, spero- i miei giorni. Tranquilli, però. Non rifarò il diario finlandese, perché quello era un viaggio. E non rifarò il giorno per giorno dello scorso anno qui a Stromboli, anche se qualche amico aveva apprezzato il genere, perché non mi va di ripetermi troppo. Però qualcosa devo pur dire su ciò che ho visto arrivando, tornando nel solito appartamento con terrazzino (piccolo ma meraviglioso) che persone amiche ci tengono da parte. Qui nei giorni di ferragosto non bisogna proprio venirci, a meno che non si desideri vedere un’altra cosa. Quando siamo sbarcati dall’aliscafo sembrava di essere capitati in una contraffazione di Stromboli, in un remake televisivo. Masse di persone urlanti, addirittura un banditore con megafono, gente che faceva il passeggio sul porto come in una via del centro di Napoli o di Milano. Il tutto, naturalmente, tempestato di una quantità industriale di tipi alla Verdone. Ricchi, probabilmente, ma comunque alla Verdone. E qui apro una parentesi per dire che do 9 a Zucchero per la lite in Costa Smeralda. "Cassonetti", gli ha detto; e pure "panzoni". Fantastico, e fantastico ho trovato il commento di Francesco Merlo su Repubblica. Ma è possibile che una signora da cena a 1000 euro cadauno faccia il segno del dito medio, che io non ho mai fatto neanche da studente e nemmeno da militare essendo di una volgarità cosmica, da farsi schifo a se medesimi? Sì, lo so, è possibile. Ma vuol dire che bisognerebbe incominciare a trattare questa gente con tutto, scusate, il disprezzo di classe (sì, ho detto proprio "classe") che merita. Tu avrai tanti euro, carino, ma sei un pezzente. Aria per favore. Dovremmo proprio fare così.

E torno a Stromboli, che a Ferragosto impazzisce, specie se il 15 è piazzato nel mezzo di una settimana e se la rimorchia tutta. Ci sono le compagnie delle "barche". E poi ci sono i predatori, quelli che vengono qui e non vanno a piedi e vogliono il motorino. E siccome le strade, concepite per i pedoni e senza lampioni, sono piccole e strette, questi dementi le trasformano in camere a gas con i loro tubi di scappamento vecchi di un secolo. Carabinieri e vigili osservano. E talvolta nemmeno osservano.

Il vulcano però (Iddu…) ripaga il turista affezionato. Aveva interrotto la sua attività in primavera e invece ora è frenetico. Sbuffa in continuazione. E anzi, diversamente dal solito, manda verso il cielo non masse informi di fumo ma gigantesche figure grigie (con sfumature rossastre) che la fantasia può esercitarsi a indovinare: a volte totem, a volte cavalli, a volte orsi. Poco fa gli è comparsa sulla linea del pendio la luna, ancora in forma di falce. E siccome la luna tendeva ad abbassarsi, se ne vedeva solo la metà, così che sembrava quasi la pinna dorata di uno squalo che scendeva lungo il pendio, fino a scomparire dall’altra parte. Gli antichi ci avrebbero imbastito su una leggenda, un mito (che so, lo squalo di fuoco e la lava). In questi giorni -sto leggendo Euripide- sono preso da un’ammirazione smisurata per la capacità degli antichi greci di inventare miti, di dare un’origine fantastica (e in genere con sfondi erotici o terribili) a ogni cosa, a ogni fenomeno. Noi invece inventiamo panzane senza un grammo di poesia. Ne deduco che il virtuale, che dovrebbe essere la sublimazione della fantasia, ne sia invece la tomba. Di talché (bellissima  questa…) non essendo né realtà né fantasia è il nulla. Come volevasi dimostrare.

Reali invece sono le meduse strombolane. Credetemi: eserciti, battaglioni di meduse che si schierano appena a due metri dalla riva e assalgono in formazione i poveri bagnanti, che invano mandano coraggiosamente in avanscoperta i bambini con i loro retini per liberare il campo. Loro (le meduse) si ritirano e poi ripartono in manovre avvolgenti. Napoleoniche, altro che le zanzare finlandesi.    

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