La Casa del Jazz. E lo strano destino di un generale

Chiedo scusa a tutti i blogghisti per l’assenza. Rieccomi. Sono stati giorni intensi. Intanto ho lasciato Stromboli, lasciandoci pure un pezzettino di cuore. Quel metro e mezzo quadro di spazio davanti alla porta d’ingresso in cui mi accuccio per vedere mare a perdere, cielo e vulcano, con un bicchiere di bianco in mano e la testa appoggiata al muro, è uno dei posti più belli al mondo. Quest’anno poi, man mano che la gente se ne andava e finiva il clima ferragostano, ho scoperto piccole cose che non conoscevo, compresa una magnifica granita d’anguria che non avevo mai assaggiato perché la fanno in un bar legato a Forza Italia. Degli amici (Rossana e Pippo) che hanno fatto la scelta di trasferirsi lì per sempre mi hanno accompagnato con la loro barca (oh, barca sul serio, non yacht…) a vedere con calma la parte inabitabile dell’isola, là dove la lava ha cambiato la forma della costa. Distese verticali di fichidindia, e i falchi che volavano nella parte alta dei pendii, mentre massi infuocati scendevano a precipizio a tuffarsi nel mare (altamente sconsigliato fermarsi vicino la riva dicendo "toh, che bella insenatura"). E un lago verde smeraldo piazzato dentro il mare blu fondo, dove si accingono ad arrivare le tartarughe. Spettacoli indimenticabili. Come anche il caldo pazzesco portato dallo scirocco, che ha pure portato (lo dico? non lo dico? sembrerà che voglia polemizzare ancora? Ssstt, lo dico in silenzio, ma sì lo dico…) delle zanzare iperaggressive, che una sera mi sono dovuto passare mezzo fargan sulle mani e sulle caviglie. Le famose zanzare strombolane, guarda un po’ come è strano il mondo…

Poi (che è un "anzitutto" in ordine di importanza) mi sono dedicato a seguire le commemorazioni di mio padre. Ho visto la trasmissione di Matrix di venerdì notte. Devo dire che Mentana è stato bravissimo. Me ne ero già accorto in studio, a luglio, quando la trasmissione era stata registrata. Ma da telespettatore mi è sembrato ancora più chiaro che il modello di tivù che Mentana ha praticato nell’occasione è rarissimo per questi anni sciagurati. Nessun contraddittorio petulante e incompetente, nessuna censura. Il puro racconto dei fatti. E’ stato bravo anche a cambiare ritmo e scena ogni volta che mia sorella Rita o io rompevamo la voce per l’emozione. Non ci ha speculato. Io poi fra l’altro, devo dirlo, non sopporto di commuovermi in pubblico. Non so perché. So che mi capita spesso quando parlo di queste cose. Ricordo le memorie che mi hanno "tradito" la volta precedente, e allora quando ci arrivo riesco a contenermi. Ma c’è sempre un altro punto imprevisto in cui finisco per "cadere". Stasera vado alla festa dell’Unità di Bologna, dove il generale-prefetto verrà ricordato alle 21. E’ l’unica festa di partito in cui venga ricordato, ormai da anni, e anche questo è un destino singolare per un uomo che non era di sinistra. Domani andrò a Palermo, dove gli verrà intitolata la caserma che lo vide comandante di Legione, e dove noi abitammo passando alcuni degli anni più belli della nostra vita (e che fu comandata anche da mio nonno materno..). E domani sera ci sarà la commemorazione nazionale a Roma, alla Casa del Jazz, con Rognoni (che fu l’unico dei politici di allora a raccontare la verità ai magistrati) e Veltroni. Spero che la gente lo sappia ricordare. Tornerò martedì. Buon 3 settembre a tutti.

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