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Il bello di Ferrara. E il disordine sotto il cielo
Dite la verità, avevate pensato a Giulianone nostro, eh? No, voglio qui elogiare l’università di Ferrara. Che ha organizzato un forum di tre giorni su etica, scienza e ambiente. Con la presenza di diversi studiosi stranieri. E in cui il professor Garattini ha fatto una splendida relazione sull’etica della ricerca e della sperimentazione, della farmaceutica e della medicina. Per dire, fra l’altro, a proposito della medicina omeopatica, che è scientificamente provato che in quel tipo di prodotti che a tanti -me compreso- piace molto (almeno come idea) non si sono trovati princìpi attivi degni di questo nome; che siamo cioè in presenza di puri placebo, che “in tutti non c’è niente”. Ho aggiunto di mio che un’etica della ricerca nell’industria richiede che i risultati della ricerca medesima nonché le caratteristiche dei prodotti offerti al consumatore possano essere liberamente controllati e valutati; ma come si fa a garantirlo se i grandi gruppi industriali, da quelli alimentari a quelli delle telecomunicazioni, mantengono con la loro pubblicità la stampa scritta e le reti televisive? Problemi non da poco, per la democrazia dei consumatori. A Ferrara tornerò, perché mi sembra che meriti un approfondimento la strategia che hanno inventato per creare posti letto, per trasformare i conventi in luoghi accademici, per distribuire i propri poli nella città (che sta quasi diventando città universitaria), e anche per sviluppare le tecnologie del restauro, producendo competenze nuove e diverse rispetto a quelle di Accademie e Istituto centrale per il Restauro. E poi, a voi il gioiellino, ho perfino scoperto che in quell’università c’è la bicicletta di dotazione del rettore. Con la sua chiave e la sua targhetta. Fantastico, questa sì che è civiltà.
Nel frattempo c’è stata Miss Italia. Che spettacolo, ragazzi. L’ultima sera ho sentito Emilia ridere di gusto davanti alla tivù e sono corso in salotto. Aveva ragione. Mai visto tanti superconduttori litigare e farsi battute al vetriolo senza sosta per due ore in diretta. O Mike Bongiorno che legge quel che deve dire con l’occhio rivolto in alto, per giunta in direzione obliqua, con un effetto comico travolgente. Ola Goggi scusarsi per l’esclusione di una candidata dicendo che “purtroppo votano anche quelli dei piccoli paesi della provincia”. Secondo me alla fine la figura migliore l’hanno fatta loro, le concorrenti, quando si sono ribellate all’ideologia delle “misure”. E bene ha fatto la Goggi a dar loro la parola. Che mi frega di Miss Italia? Avete ragione, ma una volta che uno ci si mette davanti poi cerca di estrarne tutto l’estraibile in termini di informazioni sulla tivù e sullo stato del paese.
Il quale non è ottimo. Sono preoccupato assai per questa Finanziaria, per la sfiducia nella politica, per l’aria che ancora tira sull’università, che chissà perché deve sempre lottare per avere un po’ di ossigeno in un paese che dice di credere nelle virtù della cultura e della ricerca. Grande è il disordine sotto il cielo, ma la situazione non è eccellente. Si sbaglia a prendere le distanze a ogni secondo, a criticare, a rompere, ad annunciare, a ignorare le ragioni dell’altro. Saggezza, amici. Saggezza e buon senso. O questo governo finirà davvero; che potrebbe non essere un dramma, se non sapessi chi è pronto dietro l’angolo. Ma ci torneremo…
Nando
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