Io, il mentitore. Ora vi racconto/1

Venghino, venghino signori a capire con che clima ho (spesso) a che fare governando il mondo delle accademie e dei conservatori. Venghino a leggere la mia risposta a pgracis, commentatrice fissa di questo blog allo scopo di accusarmi ogni volta, qualunque sia il contenuto dei miei post, di trascurare i conservatori, di essere un cialtrone e ora, addirittura, un protettore e complice di stupratori di allieve (si vedano gli ultimi suoi sublimi interventi). Seguitemi, per favore, per questa via; perché, più che essere una risposta personale, questo post in due puntate può essere una piccola guida nelle difficoltà e nei veleni del governare e nell’altra faccia della famosa società civile. E scusatemi se per farlo sarò costretto a essere un po’ più lungo del solito.

L’ANTEFATTO (doveroso): chi è pgracis? E’ una persona che insegna da tempo, credo con passione, nel conservatorio di un capoluogo di regione. Tempo fa mi ha denunciato una irregolarità di quel conservatorio. Autentica. Come purtroppo -perché questa è la situazione che ho trovato- ce ne sono, anche di più gravi, nel centinaio di accademie e conservatori italiani. E ha corredato quella denuncia con racconti che all’epoca ho preso per buoni ma sui quali, visto quel che riesce a raccontare su di me (e la spregiudicatezza con cui lancia le sue accuse), nutro logicamente sempre più dubbi. In ogni caso ho cercato e sto cercando di rimuovere l’irregolarità maggiore (madre di tutte le altre) che mi ha denunciato. Non posso dire qui e nemmeno a lei che cos’ho fatto e che cosa sto cercando di fare; per correttezza istituzionale e per non vanificare tutto. Il fatto è che, a difesa delle irregolarità, esistono procedimenti e privilegi burocratici kafkiani, come sa chiunque voglia licenziare i lazzaroni, tanto per fare un esempio. E poi ci sono i Tar, che spesso con qualche appiglio formale danno ragione a chi ha torto. E io davanti a un Tar non voglio perdere, perché poi chi vince diventa intoccabile (ho deciso un’eccezione, e la dirò tra un po’). Bene. Pgracis è convinta che io non abbia fatto niente, scambia il mio riserbo (doveroso) per nullafacenza. E dunque mi ha messo sul banco degli imputati. E di qualunque cosa parli mi rimprovera: lei, sottosegretario, pensa a questo e a quest’altro e intanto i conservatori (a cui dedico molto del mio tempo, come chiunque frequenti il ministero sa bene) vanno in malora….Fino all’ultima esortazione: rimetta la delega, visto che non gliene frega niente. Sarà. Io so solo che in quasi ogni conservatorio e accademia in cui vado mi dicono "qui prima di lei non ci aveva mai messo piede nessun membro del governo"….In ogni caso vediamo le accuse che dovrebbero inchiodarmi.

L’ACCUSA NUMERO 1. Ovvero dove si narra del perdigiorno mentitore. Ma con che faccia ci racconta, caro sottosegretario, di avere fatto la riforma che aspettiamo da anni? Questa è una frottola, lei non ha fatto un fico secco, giura la nostra commentatrice. Di più: lei, incalza, non risponde a questa mia accusa perché non gliene importa niente. Né di raccontare frottole, né dei conservatori. Va sul leggero, insomma, pgracis. E quali sono le "prove" del fatto che io menta? Una, che dovrebbe essere decisiva, è che lei nulla ne sa. L’altra, che rafforza la prima, è che sul sito della Cgil è apparso un comunicato in cui si parla di un incontro con il presidente della commissione cultura della Camera, Pietro Folena, e di un impegno comune tra Folena e la Cgil a fare un seminario per "dare piena attuazione alla legge di riforma". "Allora?", chiosa caustica pgracis "Forse che anche Folena e i Sindacati si erano persi una notizia? Che dalla Chiesa aveva già fatto tutto". Insomma le prove ferree, cartesiane, della mia cialtronaggine sono che lei non sa; e i sindacati e Folena nemmeno. E, loro non sapendo, è falso anche quel che ho scritto nel mio rapporto su un anno di governo, e cioè che "arrivano finalmente le norme di attuazione della riforma del ’99 di Accademie e Conservatori". Il principio è curioso assai: l’ignoranza della cosa la rende inesistente. Fantastico. Glielo dice il membro del governo (uno che le parole non le spende invano) ma lei non ci crede. Poi vede un comunicato sindacale e non le passa neanche per la testa di chiedere alla Cgil come mai programmi con Folena un seminario che nessuna commissione parlamentare ha mai fatto con nessun sindacato, visto che esiste da decenni lo strumento dell’audizione. No, si rafforza puntuta nella sua convinzione: ecco la prova-finestra che dalla Chiesa è un cialtrone.

Naturalmente chi è a digiuno della materia si chiederà che diavolo sia questa riforma. Dunque lo dirò in breve. C’è una legge del ’99 che ha riformato il sistema dei conservatori e delle accademie, dando loro rango universitario (equipollenza dei titoli di studio). Riforma mai realizzata perché i provvedimenti di attuazione in sette anni non sono mai stati scritti da nessun governo. Sicché io, agli stati generali di accademie e conservatori che ho promosso lo scorso febbraio a Verona, ho fatto una pubblica promessa: che i celebri provvedimenti mancanti da sette anni sarebbero stati scritti entro l’estate. Tutti e tre: nuovi ordinamenti didattici (complessissimi), nuove forme di reclutamento dei docenti, piano di sviluppo e programmazione del settore. Ebbene, quella promessa l’ho mantenuta. Non solo. Per vincere alcuni ritardi ne ho perfino scritte personalmente alcune parti. Ed esattamente questo ho annunciato nel sito ministeriale e su questo Blog. Testuale: "arrivano finalmente le norme di attuazione della riforma". E i sindacati e Folena? I sindacati lo sanno da mesi e continuano a darmene atto a ogni incontro. Folena pure lo sa da luglio perché l’ho comunicato io di mia mano (e non per mail, non per fotocopie) a tutti i parlamentari delle commissioni competenti di Camera e Senato. E’ colpa mia se se ne dimenticano? Ora i provvedimenti sono all’esame del Cnam, il Consiglio nazionale dell’arte e della musica, così come è previsto. Poi, e nemmeno tutti, passeranno al vaglio del parlamento, che ha comunque un tempo brevissimo per il parere. E si badi: sia il parere del Cnam sia quello del parlamento non sono vincolanti, anche se ovviamente saranno recepiti nei punti convincenti. E dunque non c’è assolutamente il rischio che tutto venga insabbiato da qualche parte. E la riforma (fatta e disegnata per la parte che  rientra nelle mie responsabilità) entrerà in vigore entro due-tre mesi. Per il dispiacere di pgracis, che a quel punto dovrà saperlo per forza, mentre oggi, per saperlo -essendo io un mendace per definizione-, dovrebbe fare l’immane fatica di una telefonata al presidente del Cnam o alla Cgil.

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