Cose buone dal mondo. Giovani artisti inventano

Le dodicenni che si prostituiscono. I vicini che si ammazzano. Gli studenti universitari che si scannano mentre fanno l’amore. Forza, dai, avanti tutta con questa rappresentazione della realtà. L’unica che viene stressata all’inverosimile, ogni sera ce n’è una, per trasformarci in guardoni terrorizzati o disgustati della vita e degli altri. Sotto dunque con il molto buono che c’è. Vi racconterò, per iniziare, della tre giorni organizzata questa settimana a Pontedera (Pisa) dall’Isia di Firenze con la Fondazione Piaggio (visitatene il museo: la collezione delle mitiche "vespe" con pubblicità d’epoca annessa è semplicemente strepitosa). Tre giorni di figure e d’invenzioni; di mostre e seminari di lavoro ruotanti intorno alla sezione "arti visive" del premio delle arti promosso dal Ministero. A concorso gli allievi degli Isia italiani (design industriale), e di accademie italiane e straniere, con suggestiva mescolanza di lingue e idee. Tema: il design e l’innovazione tecnologica. Mi hanno colpito il tono, lo stile di questo design che definirei generazionale. Molto ecologico, sociale. Lontano dal design della grande pubblicità, che si accoppia solitamente all’idea di grandiosità (gli sfondi dei grattacieli) o di potenza (il leone) e velocità (le auto, gli aerei). Vi racconto, per capirsi, due invenzioni tra le moltissime audaci e al limite della genialità. La prima è quella delle scarpe componibili. Sopra stanno le scarpe vere e proprie e sotto stanno le suole separate, che aderiscono in modo elegante e soffice ai bordi delle scarpe. L’idea è che se oggi nessuno ripara più le suole, si possono però fabbricare quelle di ricambio. Che si possono applicare in proprio. Messaggio anticonsumista (ieri era la giornata mondiale dell’anticonsumismo) e volto all’uso prolungato dei capi di abbigliamento. A scriverlo non impressiona molto la fantasia. A vederle sì. Altro che l’usa e getta a cui ci stiamo abituando.

La seconda idea è quella (restate forti!) delle rondelle per le ceneri dei morti. I cimiteri straboccano, diventano immense città dei morti con migliaia e migliaia di loculi anonimi? L’idea che è andata in mostra è di un mondo in cui vince la cultura delle ceneri, che vengono raccolte negli incavi di piccole rondelle, sul cui bordo esterno viene inciso il nome della persona. Queste rondelle vengono poi impilate intorno a un supporto verticale e producono una specie di colonnina ornamentale da mettere nei parchi. A Pontedera era appunto disegnato un parco pieno di queste colonnine e devo dire che comunicava una incredibile sensazione di pace e di serenità. Non so se a qualcuno l’idea possa evocare la dimensione del macabro. La mia mente, lo ammetto, ne ha avuto la tentazione; ma ha ceduto subito alla scoperta di un’altra pace possibile. E dirò: solo la fantasia di un ragazzo poteva produrre un’idea così profondamente rivoluzionaria per la nostra civiltà.

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