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Ancora Biagi. Nemmeno da morto
Spietati. Proprio così, non trovo altro aggettivo. Non va bene “stupidi”, né “vergognosi”; e nemmeno “ipocriti” o “totalitari”. E forse neppure “ridicoli”, che però è fuochino. Spietati è la parola giusta per definire gli amministratori comunali milanesi che hanno rifiutato il conferimento dell’Ambrogino d’oro, ossia la massima onorificenza municipale (che si consegna il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio), a Enzo Biagi. Era una bella occasione, da prendere al volo, quella proposta dallo “storico” consigliere comunale Basilio Rizzo. Dare il riconoscimento a Biagi per dimostrare che quell’editto bulgaro di cinque o sei anni fa ha pesato un po’ anche sulle coscienze del centrodestra; che le ha messe in imbarazzo, sia pure nel disciplinato rispetto (ci mancherebbe altro!) delle direttive del signor B.. Un’occasione per dire che l’anima liberal nel centrodestra c’è davvero, da qualche parte.
Invece no. Biagi se n’è andato dopo avere vissuto – lui, uno dei maggiori giornalisti italiani del novecento – una situazione di malinconica emarginazione professionale, inflittagli a dispetto dei molti e durissimi dolori familiari. Spietati allora una prima volta, dunque. Ossia senza pìetas, quel sentimento che eleva l’uomo al di sopra delle bestie. Quello senza il quale si ammazza, si fanno le guerre o si impongono sofferenze gratuite agli esseri umani, specie a quelli più deboli. E spietati una seconda volta. Ora che Biagi è morto e che gli si potrebbe offrire un risarcimento postumo. Un risarcimento che lui non vedrà mai, certo, ma che noi vedremmo per lui. E che vedrebbero (e non è poco) soprattutto i familiari e gli amici che gli sono rimasti vicini negli ultimi anni. E invece niente risarcimento neanche da morto. Nemmeno qualche settimana dopo i pianti e i cordogli e le bugie di B., che -giura- mai lo mise all’indice.
Hanno trovato il cavillo formale: la domanda è arrivata fuori tempo massimo. Certo, perché Biagi è morto fuori tempo massimo. Così come, quattro anni fa, morì fuori tempo massimo Alberto Falck. Pochi giorni prima del 7 dicembre. Ma a lui l’Ambrogino d’oro lo diedero lo stesso. Per lui valse la pìetas più dei regolamenti. Per Biagi invece no, per lui niente pìetas. Vogliamo scherzare?
Nando
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