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Scrittori rivoluzionari. Per Berlusconi
Luca Casarini è un tipo dotato di una indubbia carica di simpatia. Lo conobbi una volta durante una conferenza stampa alla Camera, circa dieci anni fa. E l’ho poi risentito qualche volta in tivù, anche a "Porta a porta", dove a Vespa dev’essere tornato comodo invitarlo. So che è il più duro e puro dei no global, o almeno dei loro esponenti più noti. Se ben ricordo, ha anche accusato di opportunismo il suo vecchio-giovane compagno Caruso, che si è fatto eleggere in parlamento con Rifondazione comunista. Per questo sono trasalito quando ho letto, poche ore fa, che sta scrivendo un romanzo "social-noir" che uscirà per Mondadori in primavera. Casarini che scrive per Berlusconi? E’ quello che gli ha chiesto, comprensibilmente, anche l’intervistatore del "Corriere". E lui un po’ ci ha riso, ha spiegato (ascoltate) che così prenderà da B. un po’ di soldi, utili nel processo che venne intentato contro lui e altri proprio sotto il governo di B. dalla magistratura di Cosenza. Si difende dicendo che anche Bisio, che è di sinistra, lavora con Mediaset.
Eppure c’è qualcosa che non torna. Certo, B. è dappertutto. Reti tivù, giornali, case editrici, sale cinematografiche. Si è ciucciato perfino Einaudi, che per fortuna ha mantenuto il suo stile. Difficile sfuggirgli, in questa pazzesca situazione a cui è stato ridotto il mercato dell’informazione e della produzione culturale in Italia. Perciò io non ho nulla da dire sui comici che lavorano per Mediaset, specie quando -ahimé- dicono sulle reti private cose che non potrebbero dire facilmente in Rai. Né ho nulla contro chi scrive su Panorama, magari essendoci arrivato prima della conquista militare-giudiziaria del settimanale da parte di B. Ma un conto è il posto di lavoro, un conto è scrivere un libro. Proprio nella casa-simbolo di B, bisogna andare? Nella sua ammiraglia? Ormai immagine totale e integrale di B.? Pazienza per D’Alema, che non ha mai fatto il duro e puro con nessuno, almeno da quando è grande. Ma Casarini? Ecco, la coerenza rivoluzionaria. Questo si vorrebbe capire che cosa sia. Perché, vedete, siamo in un paese pieno di gente tosta e radicale che ti dice che fra destra e sinistra non c’è differenza, che siamo tutti uguali, che davanti ai soldi e agli interessi è tutto un magna magna, che anzi Prodi è peggio di B.. E poi, voilà, si scrive per B. Regalandogli, oltre a qualche euro, un’aura di democraticità e normalità politica. Usando, per scusarsi, il più classico repertorio comunista, quello secondo cui proprio in questi gesti spregiudicati starebbe la vera astuzia del rivoluzionario.
Sarà. Io che sono un moderato, io che non voglio distruggere il capitalismo, io che non do del guerrafondaio a Parisi, perla Mondadori di B. non scriverei. Si vede che sono poco astuto, non l’ho fatto nemmeno quando Previti, l’amico di B, mi chiedeva in una causa, un milione di euro…
Nando
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