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Lo strano paese, il Papa, e la nuova sede di Brera
Qui c’è qualcosa che non quadra. No, per ora non parlo di Mastella (due righe alla fine). Parlo del Papa e dell’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza. Ci sono stato. E mi ha avvilito, a me che in università ho studiato nei tempi della contestazione, a me che in università ci ho insegnato a lungo e spero di tornare a insegnare, vedere un ateneo praticamente in stato d’assedio. Polizia dappertutto e carabinieri quasi in tenuta antisommossa. Intendiamoci. Se viene annunciata la contestazione contro il sindaco e contro il ministro dell’università è giusto che i responsabili delle forze dell’ordine si preoccupino di quel che può accadere piuttosto che prendere gli annunci sotto gamba (tra l’altro i modi di controllo mi sembravano assai urbani). Ma un’università, il giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico, finisce sotto assedio (sia pure “protettivo”) se ventiquattr’ore prima sono state triplicate le tasse o sono state abolite le borse di studio. Ma oggi che cosa mai era successo? Certo, doveva venire Benedetto XVI, il quale poi aveva deciso di non venire (assurdo indurlo a quella scelta). Ma oggi, dico, qual era la ragione di possibili disordini? Che bisognava in ogni caso prendersela con Veltroni e con Mussi, accusato – pensa te – di volere smantellare l’università pubblica, o di volere aumentare i test d’accesso? C’è qualcosa di malato. Nei fischi che bisogna comunque indirizzare contro qualcuno, e se non c’è la motivazione la si inventa; e forse anche nella paura che una normale salva di fischi possa diventare attacco violento, così violento da richiedere un tale dispiegamento di polizia. Lo confesso: questa giornata l’ ho vissuta con imbarazzo. Imbarazzo perché ho colto nelle componenti interne della Sapienza, anche studentesche, la persuasione che l’intera vicenda sia stata il frutto di un attacco di Repubblica contro la loro università, attacco di cui la questione della laicità sarebbe solo l’involucro giustificativo. Non ho elementi in merito ma certo mi ha colpito l’applauso corale che ha accompagnato la denuncia indiretta del rappresentante degli studenti. Imbarazzo perché io stesso ho spiegato a tanti che quello di Benedetto XVI doveva essere solo un saluto, che si sarebbe inserito tra molti saluti laici, da Veltroni a Mussi al prof. Caravale, la cui Lectio magistralis sulla pena di morte ha tra l’altro tirato in ballo le responsabilità storiche della Chiesa cattolica. Ma poi nel suo discorso, letto in aula, il Papa ha parlato proprio di “lezione” che gli era stata proposta. E alla fine della lettura del suo discorso (che certo poneva grandi interrogativi a credenti e laici) si sono alzati tutti in piedi ad applaudire senza che lui ci fosse. E anche questo è strano, o almeno è apparso strano a me: applaudire in piedi una persona che non c’è, e che è viva, non è stata uccisa (io l’ho fatto una volta ricordando Borsellino). Mi crea imbarazzo pure sapere che qualche persona del centrosinistra è andata a fare la veglia per la libertà di parola del Papa alla redazione del “Foglio” di Giuliano Ferrara, visto il collegamento immediato, immediatissimo che chiunque stabilisce a quel punto con la campagna contro la legge sull’aborto. Che sta succedendo in questo paese?
Io intanto ho presentato al Consiglio nazionale degli studenti universitari il disegno di legge sul diritto allo studio. Al Consiglio prima che ai gruppi parlamentari o ai partiti, perché mi è sembrato giusto valorizzare il ruolo dei rappresentanti istituzionali degli studenti, anche se con loro verosimilmente avremo opinioni un po’ diverse su qualche punto. E infine, mentre finisco di mangiare la pizza al Ministero con Paoletta e Franca (stasera si sta a stecchetto) vi faccio un’ultima precisazione: la vignetta di D’Andrea è sua. Questo è uno spazio libero e gli ho chiesto di impreziosirlo senza censure, quindi mi becco quella del giorno, anche se è su Mastella. Sulla cui vicenda continuo a dichiararmi incompetente, anche se magari tra un paio di giorni qualche riflessione meditata (le undici “p” della professoressa Fantoni…) conto di farla. In alto i cuori, abbiamo la nuova sede di Brera!!! E non sarà quella che mi avevano lasciato in eredità. Sarà in una bella caserma dismessa del centro di Milano. Vuol dire che ho fatto risparmiare allo Stato un costo equivalente a quello di quindici-venti scuole elementari. Bello, no?

Nando
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