Grazie, solo grazie! Al resto ci pensiamo

Grazie a tutti! Grazie alle migliaia di persone che da ogni parte d’Italia hanno sottoscritto l’appello per la mia candidatura. Grazie alle personalità, espressioni di tanti mondi diversi, che con la loro firma generosa hanno dato il via all’appello. C’è stato qualcosa di bello, di struggente e di entusiasmante insieme, in questa marea di firme, in questi mille e più messaggi con cui tante persone sconosciute hanno ritenuto di dovere accompagnare la loro adesione. Grazie, anche e forse soprattutto, al battagliero drappello di “Questanonlamandogiù” e a chi ha firmato quella stupenda pagina sull’Unità indirizzata a Veltroni. Inutile per la candidatura ma non inutile per me, che la terrò come ricordo carissimo: con quella composizione irrazionale, quasi surreale, oserei dire romantica, di provenienze e professioni (“viaggiatore”, “rugbista”…) che mai sarei riuscito a concepire.

Grazie a Filippo Facci che, pur con simpatie politiche opposte alle mie, ha denunciato a Omnibus un’esclusione che la gente non capisce. Grazie ancor più ad Antonello Piroso per avere voluto esprimere il suo sconcerto ieri sera in apertura di trasmissione su La7. Grazie perché ha infranto una specie di consegna del silenzio che è scattata, non solo televisivamente, su questa vicenda. Come se si pretendesse di compiere (quella che io ritengo) un’ingiustizia e poi di nasconderla, nello stile di quei funzionari del Pd che tre giorni fa rispondevano a chi chiamava per protestare che in realtà io mi ero candidato con Di Pietro. Grazie a Piroso, dunque, per averlo fatto sapere forte e chiaro. Quel che è stato deciso e quel che ne pensa lui. Non sarà stato certo contento quell’alto dirigente del Pd, uno di quelli che facevano le candidature, il quale a chi gli muoveva obiezioni sull’esclusione aveva alzato le spalle affettando sufficienza: “E allora? Ci sarà un articolo di giornale e poi non se ne parlerà più”.

Grazie perché ho ritrovato nomi a me cari, sistemati in strati più o meno lontani della mia memoria. E perché ho imparato tanti nomi nuovi. Non so sinceramente quale potrebbe essere il modo migliore per “non perdersi di vista”. Ci penserò. Ho visto le tante sollecitazioni. Ho visto l’iniziativa di “Questanonlamandogiù”. Ho però visto spesso, in passato, le più grandi fiammate placarsi d’incanto. E non vorrei sbagliare. Pensiamoci tutti insieme, con le giuste dosi di prudenza e di generosità. Più utopia che avventura.

Io intanto continuo a lavorare per il Ministero. Ora sono nella pausa della giornata organizzata presso l’università di Roma3 grazie a una sociologa dell’arte, Anna Lisa Tota, mia ex allieva. Una giornata del progetto Ethicamente, sull’etica della comunicazione. Sta andando bene. E’ pure andata bene, come vi ha già detto Paoletta (che non è la mia leggendaria Paoletta, è un’altra ragazza, di Roma), l’anteprima di “Poliziotta per amore” sabato scorso a Roma. Beatrice Luzzi è stata molto brava, ha interpretato il testo con grande passione. Era presente anche il capo della polizia, Antonio Manganelli. Benché lo avessi avvertito della durezza dei passi su Genova 2001, ha voluto essere lo stesso in prima fila. E ha apprezzato molto il testo. Forse anche perché lui a Palermo ci è stato, e il lavoro dei poliziotti negli anni più terribili lo ha conosciuto bene.

Domani, udite udite, il Blog ospiterà un evento d’eccezione: un’intervista di me a me medesimo! Ossia l’intervista che non leggereste mai da un’altra parte. Prenotatevi. E grazie ancora. La mia riconoscenza non ha misura.

P.S. Ebbravo Zapatero!

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