Candidature. Lettera di un cittadino al Secolo XIX

Riportiamo una lettera (segnalataci anche da maniman tra i commenti) pubblicata oggi in apertura della pagina delle lettere del quotidiano genovese Il Secolo XIX. Ci sembra che certifichi efficacemente lo stato d’animo di parte dell’elettorato.

Nelle liste dei candidati i soliti raccomandati

Leggo che le candidature per le prossime elezioni politiche sono ormai cosa fatta. Il Pdl mette in lista l’80% degli uscenti, alla faccia di chi chiede e rivendica volti nuovi nella politica italiana. Il Partito democratico porterà "tra 125 e 248" facce nuove. Mi chiedo però se non era possibile evitare quel fiume di candidature note come “figli di…, segretarie di…, mogli di…", in entrambi gli schieramenti. Come il portavoce di Fi d’Alessandro o quelli dei deputati Martino, Schifani, Tremonti. O come Matteo Colaninno, ex capo dei giovani di Confindustria, candidato come capolista del Pd alla Camera nel collegio Lombardia I, figlio di Roberto, presidente della Piaggio. O Maria Paola Merloni, deputata uscente della Margherita e figlia dell’industriale Vittorio, che guida la lista democratica alla Camera Marche. Oppure Daniela Cardinale, figlia ventiseienne dell’ex ministro delle telecomunicazioni Salvatore, che corre in Sicilia. Oppure i collaboratori, portaborse e segretari dei pezzi grossi del Pd come i fedelissimi di Romano Prodi Silvio Sircana, Ricky Levi e Mario Barbi. O come Sandra Zampa, capo ufficio stampa di Palazzo Chigi e candidata in Emilia Romagna, il capo della segreteria di Veltroni, Vinicio Peluffo (nelle liste per la Camera in Lombardia), Walter Verini, capo della segreteria di Veltroni al Campidoglio, che correrà in Umbria, Marco Causi, assessore al Bilancio al Comune di Roma nella giunta Veltroni e candidato in Sicilia. Candidata anche Luciana Pedoto, segretaria del ministro Fioroni, e Salvatore Russillo (in Basilicata), collaboratore di Rosy Bindi. Posti a disposizione anche per due esponenti dello staff di Dario Franceschini: il portavoce Piero Martino, che correrà in Sicilia I e Alberto Losacco, il suo capo segreteria alla Camera quando era capogruppo del Pd. L’attuale capo segreteria, Antonello Giacomelli, entrerà invece a Montecitorio dalla Toscana.
Resta fuori dalle liste del Pd, incredibilmente, Nando dalla Chiesa, una delle personalità che più ha contribuito a dare apertura e credibilità alle Istituzioni presso l’opinione pubblica e la società civile, uomo politico da sempre impegnato per la legalità, l’etica pubblica, la difesa dei principi costituzionali e di giustizia. E ancora dobbiamo subìre candidati, di entrambi gli schieramenti, "paracadutati” in collegi elettorali con i quali nulla hanno territorialmente a che fare ma considerati "sicuri" per l’ingresso in Parlamento. Come a Genova, la mia città.
Tutta colpa della legge elettorale? Ma non sarà che questa brutta legge è in realtà un alibi per coprire queste disinvolte scelte politiche? Altro che turarsi il naso al momento del voto, come diceva il buon Montanelli… Roberto Martinelli

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