Ma noi ci saremo… Il dibattito sì

Be’, in pensione non ci andrò di sicuro. A Bari è stato un invito continuo in questa città o in quel circolo. I manifestanti mi avvicinavano, si dolevano della non candidatura, poi però gli sfuggiva un bel sorriso: ma ora che non sei più impegnato in parlamento potrai venire da noi? È un anno che te lo chiediamo… Promesso. Farò come sempre più che posso. Purché si tenga presente che l’università (a Palermo…) è comunque un lavoro, non un passatempo. Ho detto Palermo? Rosario Crocetta, sindaco di Gela, ha preso la palla al balzo. Visto che vieni a Palermo… e via un bel programmino di attività per Gela tutto per me, da una fondazione contro la corruzione al teatro. Ho detto Palermo? Molti familiari di vittime mi hanno rappresentato il lungo elenco dei "loro" (e nostri) anniversari. Faremo questo e faremo quello. Certo, se ci sono, sì. E poi don Ciotti che, come vi ha già comunicato su questo Blog Matteo Lorusso, mi ha coinvolto come sa fare lui. Prima il comitato scientifico per la nuova attività internazionale di Libera (il senso: si globalizzano le mafie? globalizziamoci anche noi). Poi l’investitura dal palco: la carica (incarico) di presidente onorario dell’associazione. Con una bellissima spiegazione riparatrice: "così imparano". Volete che neghi di essermi commosso? Non lo farò.

Mentre non so che cosa farò a proposito delle tante sollecitazioni che arrivano dagli amici blogghisti o dalle lettere che ricevo in privato. Cerchiamo di essere freddi. E’ vero, esiste un serbatoio di energie che delle alchimie e dei veleni della politica se ne infischia. Splendido serbatoio di persone in carne e ossa. Che intendono la politica in altro modo. A Bari ce n’erano centomila, mica due gatti, venute da tutta Italia. Ci si può collegare, ci si può mettere in rete più di quanto non si faccia oggi. Dobbiamo fare un partito dell’antimafia, mi ha detto un emiliano, perché questi se ne fottono. Che se ne fottano è vero, purtroppo. Beppe Lumia, con cui ho fatto un tratto di marcia, mi ha raccontato di quando entra a certi incontri di partito e viene accolto con il risolino sarcastico: "arriva l’antimafia". Il partito dell’antimafia, dunque? No, in fondo l’abbiamo già fatto, era la Rete. Struttura civile allora? Certo, si può fare. Si semina, si cresce, ci si organizza. Poi arrivano i leader (quando arrivano), benedicono e vanno a farsi le cose "serie", le loro. Purtroppo ne ho conosciuti, di questi nani della politica che espungono dalla politica i drammi di un paese. Come ho conosciuto, nel Palazzo, persone più sensibili (e regolarmente più deboli). Gira e rigira, sempre all’omelia del cardinale Pappalardo si torna: mentre a Roma si discute sul da farsi…

Insomma: un tessuto civile è sempre utile. Risentirsi, fare piazza telematica, rifarsi l’agendina, pronto prontissimo. Però, mi sembra che serpeggi una richiesta di impegno più forte, che mi riguarda direttamente. Amici blogghisti, non sarò certo io a dire, neanche a ottant’anni, "ho già dato". Però io ricordo tutto della mia vita. I momenti degli entusiasmi e i momenti in cui ognuno tende a rifluire nel privato o comunque a darsi altri orizzonti. Giustamente: perché ci si innamora, si hanno figli, si hanno genitori da accudire, si hanno lavori che assorbono, si è costretti a viaggiare, viene voglia di leggere e di andare al cinema, perché si vive una volta sola, perché le meschinità spuntano e ti allontanano dall’impegno anche nella società civile (girotondi, girotondi…). E dico che da soli o quasi le cose non si fanno. Io poi non ho più risorse istituzionali da mettere a disposizione. E le sottoscrizioni si fanno la prima volta, meno la seconda, quasi mai la terza. Lo so, figurarsi se non riesco a rivedere in venti secondi le facce delle persone a cui chiederei per prime di darmi una mano. E poi, se davvero si vuole cambiare: guardate che qui il tema non è solo "fare cultura" (necessario) o magari liste civiche (possibile). E’ piegare questa legge elettorale; di più, visto che la legge non può essere un comodo alibi per nessuno, il problema è sconfiggere il progetto inconfessato dei partiti di  togliere al popolo sovrano la possibilità di scegliere gli eletti. O avremo (e già abbiamo) una politica impazzita. E allora non si tratterà solo di "educare". Ma di andare contro la politica così com’è. E in Italia queste operazioni funzionano soprattutto a destra…Spizzichi di riflessione…Porte aperte, comunque, a chi vuol fare qualcosa di buono.

Leave a Reply

Next ArticleMORO, IL RISCHIO DELLA RIMOZIONE