Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Spigolature di viaggio. Gerlando Alberti, Bolzaneto e altro ancora
Considerazioni sparse fatte ieri in una giornata di viaggio abbastanza faticosa (Roma, provincia di Avellino, Roma, Milano). Perché? Così, giusto per fare i conti delle cose che ci passano per la testa anche quando per lavoro pensiamo ad altro.
Primo. Sono stati condannati anche in appello gli assassini di Graziella Campagna, la ragazza siciliana che lavorava in una strireria e che (se ricordo bene) ebbe la colpa mortale di avere espresso dubbi al fratello carabiniere sull’identità di un cliente per via di un documento trovato nel suo vestito. Purtroppo c’era di mezzo la mafia che non perdona. Tra i condannati Gerlando Alberti. Ho pensato due cose. Che gli avvocati difensori avevano incredibilmente ottenuto il rinvio della fiction televisiva su Graziella per non condizionare i giudici. Bene. I giudici sono rimasti lo stesso condizionati: dai fatti. L’altra cosa che ho pensato è, una volta di più, quante tragedie ci saremmo evitati se quei giudici codardi o inetti di Catanzaro e Bari non avessero assolto quasi quarant’anni fa nugoli di mafiosi spediti davanti a loro da un colonnello dei carabinieri di cui non faccio il nome. C’era anche Gerlando Alberti, tra le decine e decine di assolti per insufficienza di prove.
Secondo. Vorrei sapere come dei parlamentari possano avere conti in banca di cinque milioni. Io prima ancora di scandalizzarmi perché hanno portato i soldi a Vaduz, mi scandalizzo perché ce li avevano, quei milioni. Io ho guadagnato esattamente come loro, e so per certo, per certissimo, che quelle somme, anche tenendosi per sé tutto l’appannaggio di deputato o senatore, sono irraggiungibili. Perché non gli si chiede pubblicamente come li hanno messi insieme?
Terzo. Sempre a proposito di parlamentari. Non è buona denuncia, ma è demagogia, quella che continua a scaldare gli animi sul livello dei loro stipendi. Sono alti, è vero. Ma non mi piace quello che ha fatto il Corriere. Il quale per dimostrare che al parlamento europeo (ora che hanno deciso per il trattamento unificato) si prenderà assai meno che al parlamento italiano, ha fatto una cosa che non si dovrebbe fare. Ha cioè dato la cifra degli italiani mettendo insieme tutte le voci; mentre ha dato quella degli europei scorporando la diaria e altro ancora. Facendo la somma, la cifra degli europei e degli italiani risultava però perfettamente uguale. No, così non si fa. Fate denunce un po’ più scomode, per favore.
Quinto. Lo strazio delle due turiste irlandesi. Non "sull’onda dell’emozione" come ha detto Boselli, ma perché è uno sconcio infinito, occorre che si introduca in Italia quello che una madre (sempre le donne, sempre il dolore…) ha ottenuto in Francia: l’uccisione di una persona realizzata con l’auto violando gravemente il codice della strada non può più essere omicidio colposo. Deve diventare omicidio volontario (comunque declinato). Mi ci sono battuto inutilmente in commissione giustizia (ottenemmo "solo" l’inasprimento delle pene per l’omissione di soccorso), ma questa è ormai una questione di civiltà ineludibile.
Sesto, giustamente ultimo. I tassisti milanesi a Linate tra le 20.50 e le 21 scompaiono, si infrattano. Aspettano tutti in un piazzale che arrivino le 21. Dopo le ore 21 giungono a frotte. Così si ciucciano la tariffa notturna, che scatta appunto alle 21. Complimenti. Un bel servizio pubblico davvero.
Nando
Next ArticleSe l'Irpinia è quella cosa...