Le ragioni di Montezemolo (e quelle degli operai)

Ecco quel che non ho voluto infilare nel post precedente: la battuta di Luca Cordero di Montezemolo contro l’abbuffata di portaborse e portavoce che verrà spedita in parlamento, contro il degrado che ne deriverà nella qualità del parlamento medesimo e contro il disprezzo delle istituzioni che sta fondamentalmente all’origine dell’abbuffata. In genere non faccio il confindustriale, non soffro di alcun complesso di legittimazione presso il mondo dell’economia e della finanza che contano. Ma Montezemolo ha straragione. E ha fatto bene a sollevare il problema in un convegno dedicato al declino delle nostre classi dirigenti. Alle quali, dal suo canto, il presidente del Senato Franco Marini ha rivolto un caldo invito a manifestare uno scatto d’orgoglio. Condannando la legge elettorale, che produce questi effetti tanto antipatici. Ecco, è proprio a questo punto che anche un povero di spirito si domanda: ma questa legge non doveva essere cambiata subito, ma proprio subitissimo, quando si formò l’ultimo parlamento? E se è una legge cattiva, una legge che mette tutto il potere nelle mani delle segreterie di partito, perché poi questo potere non viene usato dai partiti in modo scrupoloso e rispettoso delle istituzioni? Insomma, in attesa che cambi, chi glielo comanda ai partiti di farne quest’uso pazzesco, di dare, per esempio, il posto sicuro in lista alla figlia di Cardinale ("me l’ha proposto l’onorevole Fioroni, l’ha deciso il presidente Marini")? Chi glielo comanda? Il medico? La mamma? Ruini? Pocahontas?

Intanto su Repubblica (che non ha riportato neanche una parola di questo passaggio dell’intervento di Montezemolo) sono stati pubblicati gli orientamenti di voto dei vari gruppi e ceti sociali. Siamo, noi centrosinistra, la maggioranza assoluta solo nel pubblico impiego. Mentre siamo sotto la destra tra gli operai. Ma non è che c’è qualcosa da rivedere?  

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