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Modelli e sfilate. Di Alitalia, convertiti, La7 eccetera
Mi sa… Mi sa che l’Alitalia rischia di essere per Veltroni quel che fu il Leoncavallo per me quando mi candidai a sindaco di Milano. Una questione chiassosa, assurda, inattesa, discriminante, che ti viene scagliata tra i piedi mentre avanzi con le tue proposte di buon senso. La trappola degli ultimi venti giorni; l’argomento tabù su cui ogni buon senso è vietato. Lo volevano bombardare, il Leoncavallo. Naturalmente è ancora lì. Vogliono tenere in piedi a tutti i costi l’Alitalia, compagnia di bandiera in saecula saeculorum. Naturalmente fallirà. Volevano che io fossi tutt’uno con l’antagonismo da falce e martello. Vogliono che Veltroni sia tutt’uno con le risse del governo Prodi. E’ da un paio di giorni che mi sovviene ogni tanto questa similitudine. Purtroppo quando l’avversario ha il favore (o la proprietà) dei mezzi di informazione, c’è sempre un caso imprevisto che si accende ad arte e fa virare tutta la campagna elettorale.
Intanto Magdi Allam ha fatto virare la sua fede. Bel colpo: battesimo pasquale dal papa in persona sotto gli occhi dei media. Come conversione alla religione degli ultimi non c’è male. Fossi stato al posto del papa ci avrei pensato un po’ prima di legittimare l’idea che le conversioni si facciano così. Amico mio, ma non ce l’hai una bella parrocchia di frontiera dove andare a respirare meglio l’aria del Vangelo? Devi proprio farti vedere dalle masse, devi proprio approfittare del battesimo per certificare la tua appartenenza alla jet society?
Per fortuna che c’è Riccardo, cantava Gaber. Per fortuna che c’è don Ciotti. Che ieri sera da "La 7" ci ha dato una lezione di come la religione debba intendere i suoi compiti, chiudendo la sfilata di familiari di vittime delle mafie ospitata a "Niente di personale" da Antonello Piroso. Il quale a sua volta ha dato a tutti, una volta di più, una lezione di che cosa possa essere il giornalismo televisivo. Niente presenzialismo, niente atteggiamenti da conducator catodico, niente sentenze. Buona educazione, rispetto anche e soprattutto per gli sconosciuti, niente applausi per le narrazioni del dolore. Attenzione per le vicende umane e sociali, nessuna frenesia di circondarsi di potenti e belle donne. E scommessa sulla qualità dei telespettatori. Tra i quali c’è una quota, minoritaria ma consistente, che è arcistufa del salottino telepolitico, del delitto che si fa gioco di società; una quota che non si pasce di volgarità e vorrebbe vedere in tivù ben altro: in particolare ciò che ritiene possa parlare alle sue corde culturali e civili. Ehi, ma non si potrebbero clonare i Piroso e la sua redazione?
P.S. Lo sapete che io ci rifletterei bene sull’opportunità proposta da Matteo di trovarsi tra blogghisti in un agriturismo? Sarebbe tonificante, sarebbe (potrebbe essere) costruttivo, sarebbe senz’altro piacevole; soprattutto se Matteo ci deliziasse con le sue meravigliose ciliegie di Conversano…
Nando
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