C’è Martina Mondadori

Scorre la campagna elettorale e aumenta la carne al fuoco. Purtroppo non posso riversare in questo Blog tutto quello che vedo, che so e che penso. Anche perché, girando tanto, tanto vedo e so (cercando, per quanto posso, di pensare in proporzione). Parlo della serata di Erba, anzitutto. Dada -vedi il suo commento al post precedente- è rimasta con l’amaro in bocca per quel che è successo e mi chiede quale sia il mio giudizio. Il mio giudizio è più benevolo del suo. E’ normale che in campagna elettorale i candidati passino freneticamente da un appuntamento all’altro nella stessa serata e che dunque non ascoltino quel che dice l’ospite più conosciuto. Tutto sommato il mio compito in questi casi (sarà così anche oggi a Collecchio) è proprio quello: far venire più pubblico possibile e tenerlo interessato per il tempo sufficiente a farlo incontrare con i candidati. Il parere sui quali non spetta a me, ormai. Posso solo aiutarli, se non si tratta di delinquenti. Il che a Erba non era. La stessa ragazza candidata, diversamente da altri casi da manuale, è consigliera provinciale e dunque almeno un po’ di esperienza politica ce l’ha. E in ogni caso la coordinatrice del Pd di Erba e quella di Como hanno presenziato a tutto l’incontro accompagnandomi poi fino a Milano. Dunque non mi sono sentito trattato senza rispetto. Anzi, posso dirlo? Ho perfino sentito molto affetto.

Semmai ve ne racconto un’altra. Il 4 e il 5 di aprile il Pd di Milano farà una due-giorni sulla cultura, l’arte e la creatività. Ospiti a gogo. Di tutti i tipi. Tranne l’unico membro milanese del governo che per due anni si è occupato di arte, cultura e creatività. E che, oltre a trovare la nuova sede di Brera, ha fatto nascere il polo milanese di alta formazione culturale e artistica. E che, detto per inciso, ha fondato una casa editrice che va bene senza mai avere chiesto commesse pubbliche. Che fa teatro. E che a maggio darà vita (a proposito di creatività) alla quinta edizione del Mantova Musica Festival. L’ho fatto notare al candidato (ex diesse) che sta organizzando l’evento. Così sono stato amabilmente inserito nell’elenco dei presenti. Tutto bene? Potrebbe; bisogna sempre mandar giù qualcosa. Solo che poi quando dal Pd si fa pubblicità all’evento e occorre far sinteticamente capire chi c’è, chi dà un segno alla due giorni, io scompaio di nuovo. Ma scopro, giusto per fare un esempio, che al mio posto c’è, voilà, Martina Mondadori. Dite: è la nipote? Sì. E’ giovane e carina? Sì, pure, 25-26 anni. Senza aver nulla contro di lei, non so che cosa abbia fatto. So che è stata abbastanza saggia da rifiutare la candidatura in parlamento. Ma il fatto è che qui ormai basta essere "figlie o nipoti di", giovani e carine, e si diventa una personalità della politica e della cultura. Che ci volete fare? Noi del piddì siamo gggiovani. Oltre i potenti di partito (Bettini e Penati non se li sono dimenticati…) vogliamo i gggiovani. Specie se figli o nipoti di. Ma vuoi vedere che si sono bevuti il cervello? Amici cari, qui le nostre strade, la nostra idea di politica, non sono evidentemente le stesse. Eppure non mi arrendo. Resistere, resistere, resistere.

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