Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
A voi la messa rock. E un’agenda da preti
Pronti? Via! Oh, qui ormai si va verso il Mantova Musica Festival. Sì, d’accordo, anche verso il grande raduno agrituristico (o ludico-alberghiero) del popolo dei blogghisti. Ma prima in ordine di tempo viene la quinta -e dico quinta- edizione del glorioso Mmf. Dal 21 al 25 maggio. Vi delizierò un po’ alla volta con la storia, il bellissimo programma, la presenza riservata ai ragazzi dei Conservatori, i libri, il rock scatenato della notte a Campo Canoa, il jazz, il dopo festival, e anche (ve l’ho anticipato) la novità del dopo-dopofestival. Sarà davvero un grande appuntamento. E ora che, tra la fine dell’attività di governo e il prossimo anno accademico, avrò un po’ di spazio insolito a mia disposizione, giuro che un po’ di giorni a Mantova glieli dedico. E di quelli tosti, di qualità.
Intanto però segnalo l’evento culminante della cinque giorni, dedicata quest’anno al senso della vita e che perciò avrà come titolo “La mia vita è come un rock” (vedi manifesto qui accanto). L’evento sarà la messa-rock che celebreranno don Luigi Ciotti e don Gino Rigoldi alle 11 del mattino di domenica 25 nel quartiere di Lunetta, un quartiere totalmente scisso dalle bellezze architettoniche di Mantova, un tipico esemplare del quartiere anonimo universale. Lì, su una grande spianata di rara bruttezza il festival esalterà la dimensione spirituale che è propria dell’ascolto musicale. Rock, gospel, cantico dei cantici, saranno i veicoli di una comunicazione tra le molte vite parallele che giungeranno da ogni parte d’Italia. Pensate: la musica e due grandi testimoni in grado di parlare a credenti e laici grazie alla forza del messaggio dato con la loro vita. Messaggio di pace e contro ogni emarginazione.
Questo è Mantova, accidenti. Quando sento dire che di festival musicali in Italia ce ne sono tanti, mi viene da chiedere dove altro diavolo sia un festival che mette al proprio centro un tema civile cambiandolo ogni anno. Con don Ciotti ne abbiamo parlato oggi in una imprevista pausa pomeridiana nella sede romana di Libera. E standogli a fianco mentre consultava la sua agenda ho fatto una scoperta bellissima, che penso di potere trasmettere anche ai blogghisti (scusa don Luigi!). Su ogni pagina del calendario questo “pretaccio”, come lo hanno benevolmente definito, tiene annotati i nomi di tutte le vittime della mafia cadute in quel giorno, dagli anni più lontani fino a oggi. Per ricordarsene e, suppongo, per ricordare ogni giorno ai familiari che non sono soli. Già, c’è anche chi sulla propria agenda si segna nomi e cose da fare con questo criterio…
Nando
Next ArticleVotare per le favole