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E se lo Stato si mettesse il gessato?
Quante ne succedono, amici blogghisti. Qui ci sarebbe da stare a commentare tutto il giorno, come quando si legge il giornale al mare. C’è solo da scegliere. La risposta di Fini sul delitto skinhead di Verona (aveva detto alla Camera tra gli applausi bipartisan “sarò il presidente di tutti”; e per fortuna…). Le risposte che gli esponenti della destra danno a tutte le osservazioni ragionevoli degli esponenti della sinistra (“non accettiamo lezioni da chi è stato bocciato dal popolo”, ovvero la sindrome di Brenno). La voglia di disfarsi di Veltroni dopo averlo appoggiato in tutto e per tutto (ovvero la sindrome usa-e-getta, non fosse bastato Prodi). E ho anche molte cose da raccontarvi. Ma oggi ho letto sulla Catena di San Libero questo amaro, ironico, scintillante pezzo sugli italiani e le tasse e ho deciso di regalarvelo. L’autore della Catena? Il grande Riccardo Orioles, che sto facendo di tutto per portare tra noi a Follonica (che grande appuntamento che si annuncia…). A voi Riccardo.
“L’impopolarità di Gorbaciov, dicono, è nata quando (per risanare il bilancio statale, e anche per affrontare l’antico problema dell’alcoolismo) ha aumentato il prezzo della vodka. E anche ora, in Italia, potete chiacchierare quanto volete ma la verità è che Prodi non solo ha cercato di far pagare le tasse agli italiani, ma anche l’ha proclamato pubblicamente. "Tasse è giusto, tasse è bello, tasse è civile!". Col cavolo. Quello che scoccia agli italiani non è il pagare in sè (fra pizzo e mazzette si paga molto di più, ma nessuno s’è mai lamentato) ma proprio il concetto di tassa, il dar soldi allo stato. Fra gl’italiani e la Finanza s’è scatenato insomma un vero e proprio scontro di civiltà. Questione di Weltanschaunung, signora mia.
E la riprova s’è avuta quando il feroce Visco ha messo in pubblico l’elenco (pubblico) di chi paga: dagli editorialisti di destra ai comici rivoluzionari, dalla Lega Latifondisti all’Unione Consumatori, tutti gli italiani sono scattati in piedi come un sol uomo: "No! Questo no!", "Dove andremo a finire?": in nome della libertà, della privacy, della lotta ai sequestri e di molte altre cose. Su ciò un politico abile – come probabilmente è Tremonti – non poteva non riflettere, e dopo molte e profonde riflessioni ha deciso che:
"Dal primo giugno è abolita ogni e qualsiasi forma di gabella su tutto il territorio nazionale. Ici, Irpef, Iva saranno solo un lontano ricordo. Maledetto comunismo! Evviva Berlusconi!". Sì, ma allora dove si prendono i soldi per pagare le veline, i carabinieri, il ponte di Messina e tutto il resto? Eh eh. "Conosco i miei polli" ghigna il ministro.
I finanzieri, d’ora in avanti, vestiranno in borghese con occhiali neri e gessato. Senza esibire alcun tesserino, e parlando con un forte accento siciliano, si presenteranno con discrezione a tutti i commercianti, gl’industriali, i piccoli e grossi imprenditori. "Vossia come sta? Ma è sicuro che sta bene?". E chiederanno il pizzo: più o meno quanto avrebbero dovuto pagare sotto Visco, moltiplicato per due. Naturalmente non ci sarà nessuno che si rifiuterà di pagare (tolti i duecento commercianti palermitani – su diecimila – che hanno aderito ad Addiopizzo) e i denari, in banconote da piccolo taglio e avvolti dentro fogli di giornale, verranno regolarmente consegnati all’amministrazione dello stato. Altro che lotta all’evasione: neanche il fisco tedesco sarà mai stato così rispettato.
Sì, ma questo in Sicilia, a Napoli, insomma dove pagare il pizzo è già un’abitudine accettata e diffusa. Ma in un Milano, a Bergamo, nel Nordest libero e selvaggio? Niente paura: intanto, anche in queste contrade l’ammirazione per la mafia ("Io voto Mangano!", "Viva Dell’Utri!") ha fatto passi avanti significativi. E poi, nei casi difficili, basterà cambiare la forma della richiesta: non più pizzo generico ma precisa richiesta di tangente (che dalla fine di Mani Pulite in poi è considerata normale). Alla peggio, l’agente – parlando in italiano approssimativo – si qualificherà come emissario del governo cinese o rumeno, lasciando intendere che un’opportuna generosità aiuta moltissimo a trasferire le fabbriche laggiù, a comprare manodopera locale, ecc. E anche in questo caso i soldi finiranno all’astuto fisco italiano.”
P.S. E ricordate: a Mantova dal 21 al 25 tutti gli spettacoli e i concerti, nessuno escluso, sono gratis! Né tasse né pizzo…
Nando
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