La Fiera del Libro. E Follonica dei miei sogni

Oh, avete visto che bell’omaggio avranno i blogghisti alla Fiera del Libro di Torino? Due libri di Melampo gratis (e senza trucco…) semplicemente  presentando il buono cliccabile qua a sinistra. Tutto sulla fiducia. Una testa un regalo. Lo stand sarà al padiglione 2,  codice toponomastico J126. Venite e vi sarà dato. Fanno eccezione, ovviamente, le novità. Una delle quali, “I boss di Chinatown. La mafia cinese in Italia” di Giampiero Rossi e Simone Spina, sarà presentata allo spazio IBS alle 15 di sabato, presenti Giancarlo Caselli e (lo avreste detto?) il sottoscritto. E’ il primo libro sistematico sulla materia. Per giunta scritto con stile brillante (Giampiero non montarti la testa…).

Insomma, fioriscono le iniziative. Torino, Mantova e …Follonica. A proposito della quale, mi vorrei prendere la libertà di dire come sogno quei tre giorni di incontro, 30 maggio mio onomastico-2 giugno festa della Repubblica. Allora, prima di tutto il sole. Un bel sole che illumini d’immenso il mare e i nostri occhi, oltre che le nostre menti. Una ventina di persone felici di ritrovarsi insieme, di conoscersi meglio e di raccontarsi, anche quando abbiano vissuto (come nel caso di me medesimo, Riccardo Orioles e Nando Benigno –eccoti un altro onomastico-) decenni di avventure civili e politiche e umane insieme. Venti persone che invece di pensare a fare nomine e a tarpare la democrazia altrui come nei caminetti, progettino cose da fare in ogni angolo del paese per dargli più democrazia. E tirino fuori idee e collegamenti personali, indirizzi vecchi e nuovi, facciano scintillare creativamente proposte di impegno, sulla rete e sul “territorio” (perdonami, Pielle…). Si incoraggino a vicenda per potere poi incoraggiare e dare slancio a centinaia, migliaia di altre persone. Senza puzza sotto il naso, senza dire “ripariamoci nel privato”. Capaci di scoprire il buono che non si vede e di indicare il cattivo che non si dice. Che alla fine di questa discussione siano tutti certi di un patto di lealtà morale che porterà ciascuno a fare esattamente quello che ha promesso e semmai di più. E per questo siano sempre contenti di essersi trovati. E la sera possano mangiare insieme, ancora un po’ umidi per il bagno al tramonto, da fare –vista la stagione- con asciugamano sulla battigia e qualche generoso dispensatore di un goccio di whisky. E la sera possano anche bere, raccontando di se stessi, del proprio passato e del proprio presente, visto che sul futuro si sono già sbizzarriti di giorno, ma un sogno anche a mezzanotte non è proibito confidarlo, specie se ci saranno le stellate di primavera. Natura, affetti, politica, amicizia, comprensione, intelligenza, fiducia, vino -chi gli piace-. Oh, dico (sì, ho detto “dico”), ma non vi pare una roba che può ridare il sangue all’esercito democratico che si lecca la ferite e il cui stato maggiore pensa ai pochi posti in palio, bisogno di inventarsi un governo ombra per tirar fuori qualche incarico in più? Ecco, io Follonica la sogno così. E intanto vediamoci a Torino.

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