Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Sabato 13 settembre
Genova.
la Notte Bianca
Per il programma
dettagliato visita il sito
www.genovaurbanlab.it/
nottebianca2008
Perché, per quanto giuristi, sociologi e politologi abbiano registrato e teorizzato con legittimo compiacimento l’avanzata impetuosa di una larga e nuova generazione di diritti (da quelli sociali a quelli ambientali, a quelli più recenti dell’utente o del consumatore), oggi tornano sulla scena, carichi di sfregi, proprio i diritti umani che si pensavano acquisiti una volta per sempre. I drammi che si consumano a ridosso e dentro i movimenti migratori che stanno cambiando il mondo, la comparsa di nuove e feroci forme di criminalità organizzata, la diffusione dei veleni del razzismo e della xenofobia, ci stanno obbligando a ripensare, anche sotto questo profilo, la linearità del cammino umano. Ci stanno mostrando un passato intento a sorpassare il futuro.
I dieci giorni dedicati ai diritti dalla Città di Genova dal 16 al 26 luglio sono dunque l’inizio di un progetto più grande. Si inseriscono in un movimento di opinione mondiale che tende a dare, in vista del 10 dicembre, il giusto risalto al sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Si collocano dentro una sensibilità democratica che ha portato in molte città, specie piccole, a celebrare i sessant’anni della nostra Costituzione. Ma fanno anche i conti con le molte amnesie e le molte retoriche; come quella che ha dichiarato il 2008 l’anno europeo del lavoro minorile senza che nessuno abbia sentito l’impulso di dare concretamente corso – sul piano legislativo o dell’informazione – a una scelta tanto impegnativa e significativa.
Genova fa insomma tesoro della sua memoria e della sua storia democratica per aprire un percorso nuovo. Per cercare di costruire intorno al suo governo ma, ancor più, intorno a tutta la sua cittadinanza una larga rete di fiducie e di speranze, di idee e di incontri. Nella consapevolezza che il primo metro della modernità è, alla fine, quello dei diritti umani e dei costumi civili.
Nando
Next ArticleLa Fiera del Libro. E Follonica dei miei sogni