Certificato anticasta

Ed eccoci a casa. Di ritorno da Roma, dopo essere passato dall’Aquila: c’era il congresso della Fuci, e avevo una relazione sulla funzione educativa dell’università, su questa università che rischia di non offrire più “maestri” (ho usato anche un pensiero di Pielle scritto recentemente su questo Blog…). Doveva essere il mio ultimo intervento ufficiale; e invece l’ho fatto da sottosegretario scaduto, che a pensarci è comunque meglio che da sottosegretario in scadenza (scadente). L’accoglienza dei ragazzi mi ha ripagato di quel po’ di amarezza masticato negli ultimi giorni. Posso solo dire, in proposito, che alcuni dei nostri direttori generali sono già contenti del nuovo ministro: li ha subito incontrati e li ha invitati a rivolgersi a lei quando dovessero esserci problemi. Dice: e che ci vuole? Infatti. Solo che con noi al governo dell’università non era mai capitato. Avveniva con la Moratti, avviene con la Gelmini. Con noi no. Tutto nelle mani del Gabinetto. Per la infinita serie: come si buttano via i consensi gratis. Vogliamo scommettere che tra qualche settimana sentiremo gli impiegati di sinistra dire che finalmente si lavora bene?

In ogni caso devo confessare che incomincio a mettere a fuoco i vantaggi della mia  nuova condizione. Ve ne dirò alcuni, premesso che non nego affatto, e anzi confermo, che mi sarebbe piaciuto essere in parlamento con il Partito democratico (insomma: niente volpe e uva). Allora. Intanto potrò finalmente dire quello che penso di Putin, del governo cinese, del caso Abu Omar ecc. Basta con i silenzi diplomatici. Poi potrò vestirmi più spesso come mi pare. Ah, ho un bel po’ di maglioni praticamente nuovi da usare, mia sorella Rita me ne regala uno quasi ogni anno. Potrò usare le Lacoste (una a onomastico per dieci anni e forse più, ora basta) sotto la giacca, invece di strizzarmi la cravatta al collo pure in luglio. Potrò mettere le camicie con il colletto liso, e quelle con il colletto rovesciato, io le camicie non le butto mai via, ne ho perfino una del Natale del ’68 (vi anticipo subito: non mi sta più, mi vanno però quelle degli anni ottanta). Poi, ma non in ordine di importanza, potrò tornare ad avere davanti a me le facce stupende degli studenti, ah che bello, gli studenti veri, non aspiranti politici in carriera (che ci vogliono, ma sono un’altra cosa). E poi potrò andare a presentare più spesso i miei libri. E magari una sera in più con i Gracchi o con Emilia; una però, non molte di più, visto che fino a metà giugno circa già sono sempre occupato.  

Infine, a proposito di vantaggi, ho riflettuto bene su una cosa: che due volte sono state fatte le liste con la nuova legge e tutte e due le volte le premiate segreterie non mi ci hanno messo. Insomma: quale più potente certificato di estraneità alla casta mi poteva essere rilasciato? Inizio a pensare che con il tempo si rivelerà una medaglia. La casta intanto, questi sono i brillanti risultati, si presenta in parlamento a mani nude. Mi dicono i funzionari più affidabili del Senato che il Piddì ha difficoltà a scegliere i senatori per le commissioni. C’è un eccesso di domande per la commissione lavoro (i sindacalisti), mentre per le altre si va un po’ a mosca cieca perché non ci sono molte competenze certe. Tu in che commissione vuoi andare? Be’, vediamo…Non solo. Non c’è più un ex capogruppo di commissione per organizzare il lavoro e guidare i neoeletti. Dicesi uno. Ma quando hanno fatto la lista, questi benedetti figli non hanno pensato al risultato finale?

E visto che parliamo di efficienza, abbiate pazienza per qualche caduta del Blog. E’ l’effetto sfratto, cambiati computer e collegamenti, manca Paoletta per qualche giorno. Poi metteremo a posto gli appuntamenti e pubblicheremo l’ultima lettera dal Ministero, quella sparita dal sito in due ore. Così gli studenti la potranno leggere, tie’. Ci vediamo a Torino. Melampo vi aspetta!

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