Campioni! Ma occhio agli stregoni

Campioni! E fatemelo dire, perfino gridare, a quasi due giorni di distanza. Ma che ci posso fare se tutto il mio sistema di computer fa capricci e delira, tra allacciamenti folli, incompatibilità da manicomio, tecnici informatici che mettono zeppe una dopo l’altra alla mia esistenza di lettore-scrittore? Però un segno, sia pure in ritardo, dovevo pur darlo. Campioni. Per un tempo il Parma, con cinque riserve in campo, è sembrato il Chelsea. Il mio amico Stefano, nella cui bolgia casalinga sono arrivato a dieci minuti dall’inizio, mi ha aperto la porta con espressione funerea: “la Roma vince e noi giochiamo da perdere”. Così era. Poi Ibra il grande ha dimostrato a tutti che cosa vuole dire avere un fuoriclasse in campo. Lui e Balotelli. Oh gioia grande, dopo una pausa in terrazzo per la paura di sentirsi male. In questa domenica di passione mi hanno però colpito due cose, diciamo così, extracalcistiche. La prima: l’ondata di raptus scaramantici, il clima da stregoneria, da pellegrini tarantolati, in cui ormai si fa il tifo. Questo non si dice, no! sei pazzo, quella parola non si pronuncia, porta sfiga (e ridaie con questo gergo fascistoide), non sederti lì che c’eri seduto l’altra volta, ragazzi tocchiamoci, ecc. Ormai è sempre così. E’ qualcosa che ci interroga da un’altra angolazione, apparentemente più simpatica e giocosa, sulla natura irrazionale e plebea (ma sì, va’, lo dico) della nostra società in cui tutti studiano. Interessante questo dominio della superstizione nei momenti dell’emozione che ti prende alla gola. Interessante e inquietante. Inquietante per davvero.

Così come la seconda cosa che mi ha impressionato. Quel povero Thomas, dico. Sì, quel Thomas telecronista sotto il diluvio universale che doveva raccontarci a tutti i costi che piazza Duomo ribolliva di tifosi in festa mentre era desolatamente vuota, visto che il cielo ci aveva voluto punire per cotanta vittoria. Gli operatori Rai facevano miracoli per mostrare la piazza piena ma proprio non ci riuscivano. Oltre il muro di ragazzotti urlanti (non grandi testimonial, bisogna dire…) non c’era nulla. Ora io dico: ma è proprio obbligatorio montare quelle sceneggiate per rioffrire il già visto cento volte, il clichè della marea di tifosi in festa? E’ lutto nazionale se il diluvio impedisce di stare in centomila in piazza? E se la Rai manipola le immagini sul tifo in piazza per uno scudetto, quanto è disposta a mentire se c’è di mezzo il potere politico? Oh, ora non dite che la butto sempre in politica…Campioni, certo! Grande Ibra, pure! Ma se non ci facessi un pensierino sarei un po’ grullo. O no? 

Leave a Reply

Next ArticleMantova! Mantova! Mantova! Da domani sera tutti insieme appassionatamente