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Qui Mantova. L’arcivescovo al dopofestival
In ogni caso il tempo si è messo al bello. Ultimo rovescio, mi dicono, a mezzogiorno sull’ora di libri-musica dedicata a Fred Buscaglione. Ora il sole sembra stabile. Ieri sera a Campo Canoa molti bei gruppi emergenti, presentati da una bravissima Paola Maugeri (inciso doveroso: spesso queste persone che vivono di musica e di spettacolo ti colpiscono per una sensibilità civile che -vedi la forza dei pregiudizi- non gli accorderesti facilmente). Bravi tutti ma io ho ammirato in particolare Nina Monti, gran voce, forse superiore al repertorio, una vera forza della natura, una specie di leonessa da palcoscenico. Mentre una citazione al valore merita il percussionista torinese Simone Rubino. Volete sapere quanti anni ha? Quattordici. E compone pure i suoi pezzi perché nel ramo “la letteratura è scarsa”. Dovreste vederlo mentre si trasfigura, e quasi decolla, mentre batte a ritmi vertiginosi i suoi strumenti. Il fatto è che dovreste vedere tutto, cari amici. Perché questo è il segreto del festival. Che è talmente grande l’ offerta di spettacoli che nessuno riesce mai a vedere tutto. E allora ce lo si racconta felici: non sai che cosa ti sei perso (per esempio il rock-a-bilick, il Tir che gira per la città con una band sopra), dovevi esserci, è stato stupendo, e via continuando. Magari ce lo si dice trovandosi a bere e cantare al dopo-dopofestival, che ha brillantemente esordito proprio ieri notte in un ex cinema. Nel frattempo monta l’attesa per la messa rock di domenica. E’ ufficiale, infatti: non è mai stato organizzato un evento del genere in nessun festival musicale. E dunque, regolatevi!
Ora purtroppo devo andare, daremo più tempo al Blog domani. Voglio solo ricordare qui due amici: Pietro (Rutelli) e Paolo (Giuntella). Con quei due nomi se ne sono andati a distanza di poche ore. Non si conoscevano ma io li conoscevo tutti e due. Mantova è gioia, ma ieri è stata anche questa (doppia) dolorosa notizia.
Nando
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