Leggi porcate. E li chiamavano estremisti

Ebbe’, guarda te questi antiberlusconiani, questi demonizzatori, questi che continuano a nominare Berlusconi invece di ignorarlo (“il principale esponente dello schieramento a noi avverso”…), questi giustizialisti da strapazzo. Guarda questi del Piddì riformatore e bipartisan, questi della “nuova opposizione” tanto per bene e gentile, che se ne escono dall’aula alla prima porcata grande come una casa, neanche fossero dei dalla Chiesa qualsiasi. Che cialtroneria è stata, quella di rappresentare l’opposizione del 2001-2006 come prigioniera di una banda di assatanati, che faceva (orrore!) i sit-in, l’opposizione notturna, le marce in piazza Navona, il teatro civile dei parlamentari, comizi ovunque, che parlava di “legge uguale per tutti”. Che pessima operazione intellettuale è stata quella di dipingere come estremisti poco pensanti i “girotondi”, i quali in realtà -esprimendo i bravi ceti medi riflessivi- avevano un po’ più di comprendonio dei geni della politica e soprattutto portavano la gente di sinistra a votare. C’erano dentro anche un po’ di talebani? Certo, come ce li ha ogni movimento appena dotato di un po’ di vigore e di radicalità. Ieri è stato un mesto spettacolo vedere la “nuova opposizione” uscire dall’aula. Si sono rimangiati tutto in un pugno di giorni. E’ bastato che il Grande Venditore dimostrasse di essere sempre uguale a se stesso e tutto è andato in frantumi. Penoso vedere l’opposizione che rappresenta milioni e milioni di italiani dispiaciuta che Berlusconi abbia “perso l’occasione per dimostrarsi uno statista”. Davvero pensavano di esserne ascoltati sol perché lo riverivano?

Dubito però che questo aprirà la strada a una riflessione autocritica. Dubito che dopo una sconfessione così smaccata di un’intera campagna elettorale (finita non per nulla con una clamorosa sconfitta) nel Piddì si chiedano se possono ancora farsi guidare da gente eletta da nessuno, né in parlamento né nel partito. Stiamo costruendo cose buone (e non penso solo alla Scuola “Antonino Caponnetto”, di cui vi riferirò), ma il cuore delle istituzioni è vicino all’infarto. E io, chissà perché, rivedo sempre quel film: i coltelli contro Prodi, i pavoni della sinistra, i ricattatori del centro, Bertinotti che annuncia la fine del governo, Veltroni che scalpita, Marini che pensa al governo istituzionale. E l’Italia nelle mani di Berlusconi…E hanno la pretesa di guidarci…Qui, amici cari, ci vuole un terremoto.

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