Rivoluzione d’ottobre? Meglio un uovo oggi…

Questo è il testo dell’articolo scritto per Articolo 21 sulla mobilitazione di domani a MIlano . La scadenza veltroniana di ottobre (o novembre?), devo dire la verità, un po’ mi inquieta. Forse che i moti contro Tambroni non furono in luglio? E il G8 genovese (300mila persone) non fu in luglio? Siamo ridotti a dovere mettere in preventivo due mesi di estate, e poi le feste di partito di settembre prima di potere reagire e dare battaglia politica sui temi più urgenti? Amici, se siamo conciati così, ce ne meritiamo dieci, non uno, di B.

"E perché mai ottobre? Perché l’opposizione dovrebbe attendere più di tre mesi a manifestare quando il capo del governo annuncia, qui e ora, che non consentirà ai magistrati della Repubblica di esercitare un controllo di legalità sul proprio operato? Sembra, qui a sinistra, di vivere in un mondo alla moviola, dove tutto succede lentamente, dove i ritmi della vita vengono artificialmente imbrigliati in un tempo che non scorre mai. No, occorre reagire subito. Perché nessuno pensi di avere davanti un popolo di sinistra (di centro-sinistra…) al cloroformio, balbettante, vergognoso della sua identità, così come lo hanno rappresentato per mesi gli stati maggiori del Pd. Quegli stati maggiori che, ancora pochi giorni fa, ancora poche ore prima del fatidico annuncio veltroniano della “piazza” autunnale, giuravano che non si sarebbe mai -orrore!-tornati al 2001.

Il fatto è che l’opposizione, quando è fornita di una sua identità, decide il proprio “che fare” in base all’avversario che ha davanti, al governo in carne e ossa, non a un governo immaginario. Senza proiettarsi il film di un Berlusconi che a settantadue anni cambia fulmineamente l’ idea dello Stato e dei rapporti tra interessi personali e logiche istituzionali che lo ha guidato -ossessivamente- prima come imprenditore e poi come leader politico. Per fortuna qualcuno di noi non ha aspettato il “via libera” di Veltroni (per l’autunno…) per decidere che fosse il momento di reagire. E ha scelto la protesta (la proposta è la Costituzione...) invece del silenzio complice. Per questo abbiamo deciso, con Gianni Barbacetto, con alcuni professionisti senza bandiera, con alcuni militanti del Pd da sempre impegnati nelle battaglie legalitarie, di dar vita alla mobilitazione di lunedì pomeriggio, ore 18, davanti al Palazzo di Giustizia di Milano. E di dar vita al “Comitato milanese per la legalità”.

Per dire che se Berlusconi è sempre lui, come ci attendevamo, e continua a usare lo Stato come uno zimbello personale, anche noi manteniamo la nostra coerenza di difensori dello spirito repubblicano e dello spirito delle leggi. Che anche noi non ci stanchiamo di essere noi stessi. Ci piacerebbe parlare d’altro e pensare ad altro, lo confessiamo  (il 25 ci sarà Bruce a Milano…). Ma questi sono i tempi che ci è stato dato di vivere. E dobbiamo viverli senza voltarci dall’altra parte. Nessuno dovrà poter dire, in futuro, che un giorno alzammo bandiera bianca.

P.S. Alla manifestazione hanno intanto aderito, tra gli altri, “Le girandole” (Palavobis, per intendersi), diversi circoli del Pd milanese, art.21 (grazie!), Moni Ovadia, Fulvio Scaparro, Guido Martinotti, Carlo Monguzzi, Ottavia Piccolo, Basilio Rizzo."

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