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Libera, Galliera e l’effetto oleandro
Metti una conferenza stampa dove non ci sono i giornalisti. Metti che chi fa la conferenza si diverta lo stesso molto perché ha davanti a sé un discreto pubblico di curiosi genuini. Metti ancora che tutto sia allegro e solenne al tempo stesso, per via dei due vigili che reggono il gonfalone del comune subito dietro il tavolo di chi parla, tra cui, appunto, il sindaco. Metti che tutto avvenga su un ex campo di calcio costruito nel dopoguerra con lavoro volontario, una base di due strati di canne, uno perpendicolare all’altro, e sopra sabbia e poi sopra terra e poi erba, insomma una manufatto preziosissimo. E che l’ex campo di calcio sia attrezzato a festa, con quattrocento posti ai tavoli dei ristoranti. Che una festa di queste dimensioni sia stata organizzata da un comune di cinquemila abitanti. E infine che questa sia la festa nazionale di Libera al suo battesimo. Ecco, così avrete idea di che cosa ho fatto e di che cosa ho visto questa mattina, mentre pensavo che le notizie ai giornalisti potevano essere benissimo girate con due comunicati stampa, e che poi nessuno di loro li avrebbe ripresi ma chissenefrega.
Il nome del comune? Galliera. Ricordatelo almeno per questo week end: Galliera, provincia di Bologna (mezz’ora di distanza), ai confini con la provincia di Ferrara. Andate lì, per godervi dibattiti e gastronomia e musica (e ovviamente il liscio!). Andate che vi divertirete. E’ un comune speciale, retto da un sindaco speciale. Si chiama Giuseppe Chiarillo. Un lucano venuto a fare il sindaco in Emilia. Uno che già pensa a tornare al lavoro (Coop Adriatica) quando finirà i due mandati. Ma intanto, visto che fa il secondo mandato, ci si spreme. Ed è stato così colpito dalla storia delle cooperative sorte sui beni confiscati alla mafia, che si è offerto di fare nel suo paese questa festa nazionale, altro che rimbocchiamoci le maniche. Domani sera ci saranno i sindaci del nord e del sud, da Chiamparino all’impavido Crocetta. E domenica mattina arriverà don Ciotti. Pensate che la sala del consiglio comunale, ricavata in un’antica villa, è dedicata a Falcone e Borsellino. E che da quelle parti i boss hanno qualche parente o amico che li riceve. Pensate pure che il consigliere comunale di An (visto i pregiudizi che abbiamo?) sta aiutando la festa perché la lotta alla mafia è di tutti.
Guardavo Chiarillo e i suoi occhi tersi, contemplavo la festa al suo avvio, e i bimbi delle elementari venuti in palestra all’inaugurazione a sentire il giovane presidente della cooperativa "Placido Rizzotto", e gli amministratori venuti dai paesi accanto, e pensavo che questa Italia è molto meglio di come ce la dipingiamo. Che ha le sue brutture (se ne ha, accidenti…’sta roba delle impronte digitali ai piccoli rom è da brividi), ma ha le sue bellezze. Rilancio la mia metafora dell’oleandro ("Milano-Palermo, la nuova Resistenza"). Dell’oleandro che è bello, stupendo, che profuma, ma se lo guardi da vicino ti accorgi che la gran parte dei fiori è marcita o appassita, che i fiori aperti e sfolgoranti, in fondo, sono minoranza. Ma bastano a rendere bellissima la pianta. Dai, giochiamo a creare l’effetto oleandro per questo paese…E mi raccomando: chi può vada a Galliera. Se lo meritano!
Nando
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