La meglio scuola per la meglio gioventù

E alla fine è nata. A voi la Scuola “Antonino Caponnetto”. Per fare formazione politica, per portare un po’ di idee, di cultura e di memoria, di buon temperamento democratico in giro per l’Italia. E per mettersi al servizio di quello che c’è, che -a dispetto dei catastrofisti- non è poco. Il lieto evento si è realizzato in una mattinata che invitava al mare. Non tra folle impetuose (era anzi lecito aspettarsi qualche presenza in più) ma tra un centinaio di futuri moltiplicatori del marchio venuti da tutta Italia. In un clima intenso e garbato (ma chi li tiene più insieme questi due aggettivi?), voglioso di riflettere sul tema: “C’era una volta il voto”. La cosa che mi ha emozionato di più è stato il prender nota, quasi fulmineamente, dei quasi settant’anni di storia che passavano tra il più anziano e il più giovane degli intervenuti: tra un Giorgio Galli in forma strepitosa che ammoniva tutti a confrontarsi con le cifre per capire che non è stato B. a trionfare ma la sinistra a franare, e il dodicenne Giuseppe De Fini, chiamato ad alzarsi dalla seconda fila per spiegare perché lui e i bambini del comitato antimafia che ha fondato vicino Enna sperano nella forza delle istituzioni.

Bello ritrovarsi seduta davanti, nella sua superiore e dolce serenità, Elisabetta Caponnetto. E vedere spuntare il passo dinoccolato di Peppino Ayala, che pure non era relatore. Bravi ed efficaci tutti: dal blogger Diego Bianchi, che ha tenuto su l’umore della sala con il suo sussurrato ma efficacissimo sarcasmo sulla politica e sul linguaggio del piddì, a Tana De Zulueta; da Silvia Della Monica a Giovanni Guzzetta, che ha ben raccontato da presidente del comitato per i referendum elettorali l’amor di libertà di Bruno Vespa (non se ne può parlare durante la raccolta delle firme, ma nemmeno dopo “perché ora la parola è ai partiti”); da Stefania Pellegrini all’attrice Daniela Coelli. Insomma, non la faccio lunga: è nata una comunità culturale e politica che è in grado di lasciare un’impronta nella storia di questi prossimi anni. A lei auguri, per lei ancora più brindisi di quelli levati (mangiando da dio) alla festa dell’Unità di San Lazzaro il venerdì sera.

Siccome il logo è a disposizione, siccome la Scuola non farà solo progetti suoi ma aiuterà tutti i gruppi affini, chi vuole farsi questo bel viaggio civile nell’Italia del 2000 si metta in contatto. Da settembre si diventa operativi. Già ieri una preside si è presa l’incarico di avviare i rapporti con le scuole bolognesi. Chi vuole dare una sala gratis (come ieri il comune di Bologna) si faccia vivo. La democrazia vive di piazze (lo ribadisco!) ma anche di studi. Di buoni studi. Date retta.

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