Spigolature. Pubblici sospetti e private tenerezze

Fioriscono anche a sinistra le difese di Mara Carfagna. E’ peggio B., è peggio Saccà, è peggio quell’altra vedi che arie si dà, è colpa del sistema lei che colpa ne ha, ecc. Posso condividere, figurarsi. Noto solo che quando queste difese giungono dal versante maschile si accompagnano quasi sempre a lodi ammirate della bellezza della ministra. E anche qui posso condividere. Ma io che, come direbbe Totò, sono un uomo di mondo, sospetto che qualcuno abbia scritto o scriva queste belle arringhe difensive, sognando una telefonata di questo tenore: “Buongiorno, sono la ministra Mara Carfagna”. Turbamento, eccitazione. “Buongiorno ministro”. “Sa, volevo ringraziarla per quello che ha scritto sul mio conto. Io credo che anche quando si hanno idee diverse si debbano sapere rispettare le persone. Ecco, lei l’ha fatto”. “L’ho fatto spontaneamente, ministro.” “Lo so, lei è noto per la sua libertà”. “Grazie, le dicevo che l’ho fatto spontaneamente perché davvero credo che sia incivile attaccare una donna solo perché è bella. A proposito ministro, se dovessi averne bisogno per il mio lavoro mi potrebbe lasciare un suo cellulare? Credo che al giornale ne abbiano uno vecchio”. Qui, alla fine della scena discretamente sognata, l’immaginazione nuovamente si scatena.

Nel frattempo Francesco Rutelli dà il via alla corrente dei Coraggiosi. Ci si chiede con qualche brivido chi fonderà la corrente dei Pusillanimi. Il fatto è che i “coraggiosi” nella nostra vita politica abbondano. Perché ci vuole un bel coraggio a fare quasi tutte le cose che vi si fanno. E siccome, viceversa, occorre coraggio pure per fare le cose che la politica non ama (e che perciò vengono regolarmente censurate o bombardate), propongo che ci si chiami come le volanti della polizia: Coraggiosi 1 e Coraggiosi 2. Così, giusto per distinguersi.

Un ricordo fanciullesco per Aurelio Scagnellato, terzino simbolo del Padova di Nereo Rocco, fine anni cinquanta primi anni sessanta. Se ne è andato, se ho capito bene, l’altro ieri. Simbolo con Ivano Blason del catenaccio. Fu proprio la squadra di Rocco che, battendo per prima l’Inter straripante di Helenio Herrera, convertì il Mago al primato della difesa e regalò indirettamente alla storia del calcio la grandissima Inter mondiale. Se ci penso, metto insieme questa formazione padovana ("patavina" dicevano i radiocronisti): Pin, Blason, Scagnellato; Mari, Azzini. Moro; Mariani (Tortul?), Rosa, Brighenti, Chiumenti, Boscolo. Quanti ne ho azzeccati?

Un pensiero dolce per la mia nipote prediletta. Una carezza sperando che i suoi occhi bellissimi non siano più appannati. Prima o poi tornerò a farle “la compagnia”. Almeno per un’ora. A lei e al cacciatore di stelle.

Un pensiero intenerito per Maria Gabriella. Parlammo insieme per la prima volta quando aveva tre anni. Non ho potuto vederla nel momento della felicità raggiante a causa di un equivoco, perché anche i maniaci dell’agenda come me sbagliano, accidenti, gli appuntamenti. Un bacio alla sua nuova bellezza, che ha storia antica.

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