Qui non ci sono bambini. A proposito di primavera

Chissà se ha ragione don Gallo quando sostiene di sentire aria di primavera e che basta con i catastrofismi. Devo dire che quasi quasi sta convincendo anche me, così che ho passato la scorsa notte a rigirarmi nel letto nel tentativo di allineare un po’ di ragioni di speranza. Senza grandi successi, ma ci riproverò. In ogni caso qualcosa accade. Sta montando, per esempio, la campagna per sostenere i sessant’anni della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Ormai ci hanno aderito più di mille comuni italiani. Solo che mentre su Rai3 stamattina facevo il collegamento da Genova proprio su queste cose (mi hanno presentato come “il portavoce del sindaco”…, mah..) è stato mandato in onda un filmato: vi si vedeva Andrea Rivera che giocava ad annunciare ai citofoni che sarebbe passato il Comune a far mettere degli inchiostri per prendere le impronte digitali di ladri d’appartamento ecc. Vabbe’,era da ridere. Ma non era proprio da ridere la risposta che una signora ha dato a un certo punto. “Signora, siamo qui per le impronte digitali”. Risposta: “Qui non ci sono bambini”. Come dire “perde il suo tempo”. Pensiamoci, amici, pensiamoci: “qui non ci sono bambini”. Già, perché ormai si è fatta passare l’idea che i bambini, tutti i bambini (siamo già oltre i “bambini rom”!) sono quegli esseri pericolosi a cui si prendono le impronte per coglierli sul fatto, così non potranno più delinquere impunemente fino a 14 anni. Una volta si raccomandava “prima i vecchi e i bambini”. Ora si dice: “qui non ci sono bambini”.

Forse la primavera è vicina ma il ministero dell’università, o meglio la sua speciale commissione per i progetti di interesse nazionale, ha bocciato tutti i progetti che hanno a che fare con l’etica. Quello presentato da Stefania Pellegrini, sociologa del diritto bolognese, che organizza seminari su etica, mafia, corruzione, criminalità come nessun altro docente universitario (almeno quanto a risposta studentesca), è stato bocciato per “insufficiente autorevolezza” della presentatrice. Che è giovane (quarantenne) e donna. E ciò la rende senz’altro “insufficiente” per definizione. Mi piacerebbe vedere l’”autorevolezza” di qualcuno dei giudicanti, conoscerne le storie accademiche, magari quel che pensano di lui o di loro gli studenti.

Però una notizia che sembra dare ragione a don Gallo c’è. E l’ha già data Marco Travaglio sull’Unità. Alessandra Ballerini, avvocatessa genovese che si batte da anni per i diritti dei migranti, è riuscita a portare alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo il caso (pazzesco) di Claudio Riolo, politologo palermitano che su “Narcomafie” aveva accusato il presidente della provincia Francesco Musotto di difendere come avvocato un imputato della strage di Capaci e contemporaneamente di essere parte civile come presidente della Provincia contro la stessa strage. Non ve la sbrodolo oltre. Riolo è stato condannato su su fino alla Cassazione, perché basta con l’impunità per i diffamatori, accidenti; finchè è arrivata Strasburgo e gli ha finalmente riconosciuto le sue ragioni. Lo Stato italiano -ha detto la Corte- ha violato i diritti fondamentali (Convenzione dei diritti dell’uomo) di Claudio Riolo. Dunque deve risarcirlo con 60mila euro, più 12 mila di spese legali. Bravo Riolo, brava avvocatessa Ballerini! Questo sì che sa di primavera.

Buon compleanno Emilia! (e qui primavera a gogò…)

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