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Melampo alla festa del Piddì. Non presentate quei libri
Ho perfino pudore a dirlo. Ma sapete che cos’è successo alla premiata festa nazionale del Pd di Firenze? Che hanno respinto al mittente tutte e quattro le proposte di presentazioni di libri di Melampo. Tutte gentilmente prese in considerazione, visti i buoni rapporti sempre esistiti tra le vecchie feste dell’Unità e la casa editrice (di cui il sottoscritto è, con Lillo Garlisi e Jimmy Carocchi, bocconiani ottimi, uno dei fondatori). Ma, nonostante la gentilezza, tutte inesorabilmente rigettate. Questioni di qualità? No, di titoli, semplicemente di titoli. Proponetecene altri, ci è stato garbatamente suggerito. Sì, insomma, il problema sono gli argomenti trattati. Il che, ne converrete, è più inquietante.
C’erano una volta le feste dell’Unità. Ed erano il luogo della libertà. Quelle del Pd sembrano destinate a diventare il luogo della censura. Della selezione dei temi, di ciò che si può, di ciò che è opportuno, di ciò che non è disdicevole e non crea imbarazzi. Ma s’è mai vista una cultura senza imbarazzi?
Ahimé. L’altra sera a Catania, in una piazza Bellini gremita, Beatrice Luzzi ha recitato “Poliziotta per amore”, anche in ricordo del commissario Beppe Montana ucciso dalla mafia. E dentro, nel testo, ci sono eccome i passi su Genova. Ma il questore e il prefetto e il colonnello dei carabinieri e molte poliziotte erano alla fine visibilmente commossi per tutto l’impianto dello spettacolo. Ecco: davvero alla festa del Pd non si può parlare di ciò che alla gente per bene in divisa non genera né irritazione né rigetto?
Nando
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